Martedì 6 settembre, i giudici della Cassazione hanno deciso che l’atto della masturbazione in pubblico non è più reato. La corte suprema italiana era stata chiamata a pronunciarsi sul caso di Pietro L., condannato dalla Corte d’Appello di Catania il 14 maggio 2015 a tre mesi di reclusione.
L’uomo era stato rinviato a giudizio perché dopo “aver estratto fuori il proprio membro” era stato visto praticare “l’autoerotismo” davanti a un gruppo di studentesse che frequentavano la cittadella universitaria catanese, nei pressi della quale lui stazionava.
I giudici della corte suprema hanno così eliminato gli effetti penali della condanna per atti osceni in luogo pubblico, pertanto all’uomo verrà inflitta solo una contravvenzione che potrà variare tra i 5mila e i 30mila euro.
A determinare l’ammontare esatto dell’ammenda sarà il Prefetto di Catania.
La decisione della Cassazione è stata elaborata sulla base della depenalizzazione del reato attuato dal decreto legislativo n.8 del 2015, nei confronti di chi si apposta nei luoghi frequentati da ragazze e praticare atti autoerotici davanti ai loro occhi.
In virtù di questo provvedimento, i giudici hanno dunque stabilito di annullare senza alcun rinvio la condanna inflitta all’uomo nel secondo grado di giudizio “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.