Continua a far discutere il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazza scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra e il cui corpo fu ritrovata solo 3 mesi dopo, il 26 febbraio 2011.
I giudici d’appello hanno confermato la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti per l’omicidio della giovane e il 12 ottobre si attende il verdetto della Cassazione, che potrebbe confermare quanto stabilito dalla Corte d’appello e chiudere il caso.
I legali di Bossetti, però, hanno affermato che il processo potrebbe ancora continuare e la sentenza essere modificata in favore del loro assistito, che potrebbe ottenere almeno uno sconto di pena.
Durante la trasmissione Quarto Grado, la difesa ha fatto sapere che la strategia è quella di puntare sull’inquinamento della prova principale del caso, ossia gli slip di Yara.
Secondo i legali, l’indumento non è stato rilevato con le adeguate procedure.
A sostegno della loro tesi, gli avvocati di Bossetti hanno mostrato in diretta al programma di Rete4 Quarto Grado un video che mostra gli uomini della Scientifica mentre raccolgono le prove sul luogo in cui fu ritrovato il cadavere della ragazza.
Alcune parti dei suoi vestiti sarebbero state repertate dagli investigatori senza utilizzare i guanti, alcuni funzionari della scientifica non avrebbero indossato i calzari, mentre altri sarebbero venuti a contatto con una parte del tessuto degli slip di Yara Gambirasio su cui è stato trovato il Dna dell’omicida senza usare le pinzette.
La tesi della difesa, quindi, è che non sarebbero state rispettate le normali procedure internazionali di repertazione, per cui le prove che dovrebbero dimostrare la colpevolezza di Bossetti sarebbero state inquinate e quindi compromesse.
“Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita e i figli”, ha affermato l’avvocato Salvagni, spiegando che Bossetti è ancora fiducioso riguardo gli esiti del processo.