A Caserta due ragazzi immigrati del Mali sono stati aggrediti e feriti al grido di “Salvini Salvini”. I due sono beneficiari del progetto Sprar.
Le prime informazioni diffuse parlavano di colpi di pistola diretti contro i giovani, ma in un secondo momento è stato chiarito che l’arma utilizzata era una pistola ad aria compressa.
L’episodio è avvenuto lunedì scorso intorno alle ore 22, quando i due ragazzi sono stati avvicinati da una Fiat Panda su cui viaggiavano tre ragazzi italiani che hanno sparato alcuni colpi di pistola ad aria compressa.
Uno dei due ragazzi ha riportato ferite lievi al torace. L’altro ragazzo è stato mancato dal colpo. La notizia dell’aggressione è stata diffusa dal centro sociale Ex canapificio, la Caritas diocesana di Caserta, il ComitatoCittà viva e il progetto Sprar di Caserta.
I due ragazzi, Daby e Sekou, hanno sporto formale denuncia-querela nei confronti di persone da identificare per l’aggressione, accompagnati da alcuni operatori.
Daby e Sekou, erano arrivati in Italia dal Mali circa due anni fa. Daby è titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari. Entrambi vivono a Caserta e fanno parte dei migranti accolti dal progetto sprar del comune di Caserta, gestito dal centro sociale ex canapificio, dalla comunità Rut delle suore orsoline e dalla Caritas.
“Siamo profondamente sconcertati e indignati per quello che è accaduto ai due ragazzi che sono tutt’ora spaventati. Questo è l’ennesimo episodio di razzismo dopo i fatti di San Ferdinando, dove qualche settimana fa perdeva la vita un giovane bracciante maliano, Sacko Soumayla, ucciso da un colpo di fucile come un animale; dopo l’aggressione in un centro di accoglienza a Sulmona del 12 giugno; e dopo la triste storia dell’Aquarius“, dichiarano i responsabili del progetto Sprar di Caserta.
Gli stessi responsabili invitano il ministro Salvini e il premier Conte “a prendere spunto da questo episodio per interrogarsi sulle scelte da fare e propagandare, così come speriamo che i rappresentanti istituzionali eletti possano presentare interrogazioni parlamentari per chiarire ciò che è accaduto e che le forze dell’ordine agiscano adeguatamente. In questo clima difficile, bisogna essere consapevoli che non basterà bloccare una nave nè servirà moltiplicare i campi di detenzione in Libia o in Niger. Come cittadini crediamo che la politica del cambiamento debba puntare sull’inclusione sociale di tutti, sulle regolarizzazioni delle persone che vivono e lavorano onestamente nel nostro paese da decenni e non continuare in propagande xenofobe di programmi irrealizzabili”.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: “Caro ministro Salvini quando semini molto odio corri il rischio di alimentare odio e rancore da cui allignano anche le pulsioni criminali più pericolose. Non scherziamo perché questo Paese è complicato e per certi versi è una polveriera sociale”.
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