CasaPound Italia ha lanciato una nuova campagna online contro i venditori ambulanti sulle spiagge italiane, generando dibattito e critiche in rete.
Attraverso la pagina Facebook, il movimento ha pubblicato un’immagine che ritrae un uomo di colore intento a vendere in spiaggia la propria merce a una bagnante.
In alto, si legge lo slogan della campagna: “No merce contraffatta, No venditori abusivi”.
Il messaggio è ripetuto anche in inglese e in tedesco, per renderlo più chiaro anche ai turisti stranieri che decidono di trascorrere le vacanze in Italia.
Oltre al simbolo di CasaPound, a colpire è l’utilizzo da parte del movimento del messaggio “Prima gli italiani”, usato solitamente dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
L’invito di CasaPound è a non finanziare la truffa e lo schiavismo nelle spiagge italiane.
Ad accompagnare il tutto, in alto a sinistra, un cartello con il simbolo del divieto al cui interno è raffigurato un uomo nero di spalle, con indosso un cappello e una tracolla rossa.
Manifesti simili sono stati affissi sul litorale veneto e friulano: Barricata, Rosolina, Chioggia, Sottomarina, Caorle, Jesolo, Bibione.
“Si tratta di una vera e propria campagna di sensibilizzazione che abbiamo voluto indirizzare nei confronti di bagnanti e turisti, anche stranieri”, spiega Carlo Cardona, responsabile comunicazione di CasaPound Veneto.
“Si deve capire infatti come questo fenomeno, molto spesso ignorato dalle istituzioni e visto alla stregua di un simpatico folklore, si traduca in realtà in un grave danno per le economie locali, oltre ad alimentare un mercato che tra contraffazioni e violenze personali nei confronti di chi è costretto a lavorarci, quasi sempre affonda le sue radici nell’illegalità e spesso nella criminalità”.
L’iniziativa di CasaPound fa seguito al piano “Spiagge sicure” proposto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini,che prevede una multa per chi effettuerà acquisti dagli ambulanti sulle spiagge e uno stanziamento di più di 2 milioni per i comuni che aderiscono al progetto.
Multabili saranno non solo coloro che acquistano capi d’abbigliamento, ma anche chi paga per avere un massaggio o un tatuaggio.
“Con l’operazione di quest’anno per la prima volta ai Comuni aderenti abbiamo dato anche risorse economiche per effettuare controlli (2 milioni e mezzo di euro per 54 località)”, aveva scritto di recente il ministro in un post condiviso sul suo profilo Twitter.
Non tutti i sindaci delle località di mare, però, hanno accolto con favore il progetto del ministro dell’Interno.
Il sindaco della città di Racale, in provincia di Lecce, per esempio, ha inviato una lettera al rappresentate del Viminale.
“Le scrivo per dirle che io i miei Vigili non li manderò a pattugliare le spiagge ed a sanzionare i venditori ambulanti, i ‘vu cumprà’ come li chiama qualche suo Senatore”.