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A Milano è allerta per il 23 marzo: “Fascisti e nazisti in arrivo da tutta Europa per celebrare CasaPound”

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 7 Mar. 2019 alle 11:03 Aggiornato il 7 Mar. 2019 alle 11:43

Un’invasione di neo-fascisti e neo-nazisti a Milano. È quello che si prevede possa avvenire il prossimo 23 marzo a Milano, in occasione delle celebrazioni dei 20 anni degli ZetaZeroAlfa, la band di CasaPound.

Per l’occasione, pare si stiano già organizzando treni, pullman e aerei da vari paesi dal continente, tutti pronti a far sbarcare nel capoluogo lombardo frotte di nostalgici (almeno 2mila) di un altro ventennio, quello fascista.

Non si sa ancora dove avrà luogo il concerto, ma l’allerta è massima. Non è la prima volta, infatti, che Milano diventa il luogo di ritrovo per eventi di questo genere.

Era già successo nel 2013 e nel 2015 (nell’ultimo caso si trattava delle celebrazioni dei 20 anni degli Hammerskin).

Anche la data scelta dagli ZetaZeroAlfa, il 23 marzo, ha una precisa ragione simbolica: quel giorno, nel 1919, vennero costituiti i Fasci di Combattimento, il movimento fondato da Mussolini e braccio armato del partito fascista, che organizzava spedizioni punitive e perpetrava violenze contro gli oppositori.

Come riporta Milano Today, l’associazione “Memoria antifascista” ha chiesto al Comune di Milano di intervenire: “Più che festeggiare il ventennio Casapound vuole celebrare un centenario – dice l’associazione – Milano probabilmente sarà invasa da fascisti italiani e neonazisti europei. Per l’evento sono previsti circa 2.000 partecipanti che saranno liberi di girare per la città, nonostante le preoccupazioni dell’intelligence italiana che vede le formazioni neofasciste particolarmente violente nel periodo che porterà alle prossime elezioni europee”.

“Nonostante questi timori a Casapound viene concessa piena agibilità a Milano per un concerto di cui non si vuol dire il luogo – prosegue la nota – la questura fa finta di non sapere e il Comune di Milano, trattandosi di un luogo privato, non può appellarsi al fatto che è una città antifascista. Il solito copione. Noi invece – concludono gli antifascisti – pensiamo che un tale evento non possa essere ospitato né qui né altrove”.

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