Carola Rackete libera Di Maio | Il Gip di Agrigento, Alessandra Valla, ha sciolto la riserva: Carola Rackete, comandante della Sea Watch, torna ad essere libera. Non è stato convalidato il suo arresto: esclusi i reati a lei contestati di resistenza e violenza a nave da guerra, nonché di resistenza a pubblico ufficiale ex art. 337 del codice penale.
Rackete era stata accusata del reato di resistenza a nave da guerra e tentato naufragio (qui avevamo spiegato cosa rischia penalmente) dopo aver forzato il blocco imposto dalle autorità italiane ed essere entrata nelle acque nazionalicon la nave della ong tedesca, che aveva a bordo una quarantina di migranti soccorsi in acque libiche diversi giorni prima.
Carola non aveva ottemperato all’ordine imposto dall’autorità pubblica circa il divieto di attracco e di sbarco presso il porto di Lampedusa. [Chi è Carola Rackete]
Il giudice per le indagini preliminari ha escluso qualsiasi ipotesi di reato in applicazione di una causa di giustificazione, di cui all’art. 51 c.p., quale l’adempimento di un dovere.
La decisione del Gip non è stata accolta con favore dai due vicepremier che hanno espresso, come sempre, il loro disappunto sui social network.
In una lunga diretta Facebook, durata quasi 20 minuti, Matteo Salvini ha esclamato: “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. È una sentenza politica e vergognosa, che fa male all’Italia. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale”.
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Poco dopo, Salvini ha rincarato la dose: “Carola Rackete tornerà nella sua Germania, dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L’Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita”.
E dopo Salvini, anche il vicepremier Luigi Di Maio dice la sua, tornando su un tema a lui caro: la confisca permanente dell’imbarcazione. “Se confischiamo subito le imbarcazioni, non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi”.
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico sembra sconcertato dalla decisione dei giudici: “Sorprende la scarcerazione di Carola. Io ribadisco la mia vicinanza alla Guardia di finanza in questo caso. Ad ogni modo il tema è la confisca immediata della imbarcazione. Se confischiamo subito la prossima volta non possono tornare in mare e provocare il nostro Paese e le nostre leggi”.