I nuovi focolai della blue tongue, in attesa di conoscere quale sia il sierotipo responsabile e poter procedere con il vaccino, hanno nuovamente bloccato la movimentazione dei bovini in Gallura, ma anche nel centro e sud Sardegna, penalizzando in particolare chi effettua la vendita dei vitelli da ingrasso.
Gli allevatori sono in attesa delle analisi dell’Istituto zooprofilattico di Teramo per capire di quale sierotipo si tratti per il focolaio della Gallura per poi procedere con le vaccinazioni.
“Un iter burocratico”, denuncia la Coldiretti per l’area Nord Sardegna, “come sempre lungo e lento pagato dagli allevatori che intanto si devono tenere i vitelli in allevamento con una doppia perdita: quella dei mancati incassi dalla vendita e quella di continuare ad alimentarli ed accudirli”.
Una situazione di emergenza “che si reitera, diventando ormai un costo troppo alto per le aziende costrette, per avere il via libera alle vendite in queste condizioni di attesa, a ricorrere all’esame PCR (analisi del sangue indicatore generale di un’infiammazione). Un iter gravoso ed esoso visto che costa 28 euro a capo, un prezzo troppo alto per poter essere affrontato dall’allevatore”.
La Coldiretti parla di “palla al piede” per un settore che ultimamente era in netta ripresa “grazie ad allevatori lungimiranti e preparati che si stanno ritagliando prezzi interessanti nel mercato” e “stanno portando a casa premi importanti da tutte le migliori mostre del settore”.
Coldiretti “da tempo” ha chiesto alla Regione degli interventi, da una parte, per abbattere i costi dell’esame della PCR e, dall’altra, l’istituzione di protocolli “che agevolino lo spostamento dei bovini tra la Sardegna e le Regioni di arrivo del bestiame”.
“Questa situazione è insostenibile e sta incidendo nei bilanci degli allevatori oltre che nell’organizzazione stessa dell’azienda visto che ormai non hanno certezza”, sottolinea il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu.
Nel caso concreto “sollecitiamo il governo per il reperimento dei vaccini per il sierotipo 3 che ancora mancano per sbloccare la movimentazione dei bovini nel centro sud Sardegna”, ma allo stesso tempo “occorre anche accorciare i tempi delle analisi, che potrebbero essere fatte direttamente in Sardegna senza passare per Teramo”.
Inoltre, continua il direttore di Coldiretti Nord Sardegna Ermanno Mazzetti, “occorre modificare il dispositivo del Ministero della Salute in modo che il costo della PCR sia a carico del servizio sanitario e non più dell’allevatore”.
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