Dalle pagine del Messaggero, Enrico Vanzina ha scritto una lettera appassionata per ricordare il fratello Carlo, morto a Roma domenica 8 luglio all’età di 67 anni.
“Per me, Carlo era tutto. Era mio fratello, era il mio migliore amico, era il mio confidente e io il suo, era il mio alter ego nel lavoro. Siamo stati insieme praticamente tutti i giorni della nostra esistenza, prima da piccoli, poi da adolescenti, poi lavorando insieme. Carlo è stato il mio passato ed era il mio futuro. Essendo il fratello maggiore ho provato a proteggerlo per tutta la vita. Non ce l’ho fatta”.
“Come diceva George Simenon ‘bisogna accettare la vita come viene, lei è più forte di noi'”.
I fratelli Vanzina hanno realizzato insieme molti film, commedie che hanno segnato un’epoca del cinema italiano.
Proprio ieri, nel giorno della morte del fratello, Enrico Vanzina aveva scritto un comunicato affidato alle agenzie. Oggi ha invece affidato il suo ricordo a questo articolo, nel quale parla anche dell’aspetto privato di Carlo.
“Era un marito e un padre meraviglioso – scrive – nel lavoro e stato un formidabile regista. Io, che ho lavorato anche con altri grandissimi autori, vi assicuro che lui, per delle sue doti innate, come Sugar Ray Robinson, o Pelè, o Ribot, era il più bravo di tutti”.
“Pochi giorni prima che la sua malattia peggiorasse, anche se affaticato dalle cure, veniva ancora in ufficio a lavorare. Una mattina, mentre stavamo inventando la scena di un nuovo film, si è messo a fissare il vuoto, poi si è alzato, è venuto vicino a me, mi ha accarezzato lievemente la testa e mi ha detto: ‘Stai tranquillo, io ho avuto una vita meravigliosa’. Per me è stata una fucilata al cuore”.
“Era il suo addio prematuro. Dolce, come lo era lui”. Enrico conclude il suo ricordo immaginando che il fratello sia ora in ottima compagnia “accanto a papa’ Steno e a tutti i suoi amici che erano anche cari amici di Carlo, da Monicelli a Trovaioli, da Scola a Villaggio, da Ugo Tognazzi a Gigi Magni fino a Alberto Sordi che adorava Carlo per il suo umorismo e per la sua grazia assoluta”.
“Chissà se lassù fanno film. Se sì, fai sorridere, come hai fatto in terra, anche il pubblico del Vecchio Cinema Paradiso. E dai un bacio a Mamma. Adesso è lei che ti proteggerà in eterno”.
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