Carlo Alberto Dalla Chiesa | Chi era | Mafia | Generale | Figlia | Rita | Tracce Maturità 2019 | Prima prova
CARLO ALBERTO DALLA CHIESA CHI ERA – Tra le varie tracce proposte agli studenti che oggi martedì 19 giugno 2019 affrontano la prima prova della Maturità 2019 ce n’è una dedicata a un grande personaggio della storia d’Italia del Novecento, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Un uomo di stato, barbaramente ucciso dalla mafia a Palermo il 3 settembre 1982, insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro. Agli studenti della Maturità 2019 viene chiesto di redigere un elaborato traendo spunto dalla drammatica vicenda e attraverso letture e conoscenze personali.
Ma chi era Carlo Alberto Dalla Chiesa? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Carlo Alberto Dalla Chiesa chi era | Biografia
Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un generale dei Carabinieri, che ha dedicato la sua vita alla lotta contro le Brigate rosse e la mafia, di cui rimarrà vittima in un attentato nel 1982. Nasce a Saluzzo, in provincia di Cuneo, il 27 settembre del 1920.
Figlio di un Carabiniere, entra nell’arma come ufficiale di complemento all’inizio della Seconda guerra mondiale. Nel 1943 passa con i partigiani, mentre alla fine delle ostilità Carlo Alberto Dalla Chiesa si sposa con Doretta Fabbo, dalla quale ha tre figli, Nando, Simona e Rita, che diventerà una popolare conduttrice tv.
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Nel 1949, su sua richiesta, viene mandato in Sicilia, a Corleone. Sono gli anni in cui sull’isola il fenomeno mafioso si sta organizzando in maniera preoccupante, e le spinte separatiste sono forti. Dalla Chiesa in questi anni indaga su ben 74 omicidi, tra cui quello di Placido Rizzotto, sindacalista socialista.
Negli anni a seguire Carlo Alberto Dalla Chiesa viene trasferito a Firenze, poi a Como e Milano. Arriva a Roma nel 1963 e ottiene il grado di tenente colonnello. Dopo un breve periodo a Torino, torna in Sicilia, al comando della legione carabinieri di Palermo.
In questa fase assicura alla giustizia pericolosi boss come Gerlando Alberti e Frank Coppola e inizia ad indagare sul rapporto tra mafia e politica. Nel 1968 con i suoi uomini interviene nel Belice a favore delle popolazioni colpite dal sisma.
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Tra le indagini svolte in questi anni da Dalla Chiesa, quelle sulla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro, legato a quella del presidente dell’Eni Mattei. Nel 1973 viene promosso generale di brigata.
Carlo Alberto Dalla Chiesa chi era | La lotta alle Brigate Rosse
Diventa poi comandante della regione militare del nord-ovest, e crea una struttura antiterrorismo che punta a sgominare le Brigate Rosse: Dalla Chiesa con i suoi uomini cattura Renato Curcio e Alberto Franceschini.
Successivamente è nominato Coordinatore delle Forze di Polizia per la lotta al terrorismo, poteri speciali che gli vengono affidati proprio per contrastare il fenomeno sempre più dilagante del brigatismo.
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Grazie alla nuova figura del pentito, Dalla Chiesa riesce ad individuare gli autori materiali dell’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Nel 1981 viene nominato vice comandante generale dell’Arma.
I suoi successi lavorativi lo rendono famoso e amato dagli italiani, alimentando la sua fama di generale integerrimo.
Carlo Alberto Dalla Chiesa chi era | La lotta alla mafia
Dopo aver portato avanti la battaglia contro le Brigate Rosse, nel 1982 viene mandato in Sicilia come prefetto di Palermo per dare il suo contributo alla lotta alla mafia. In questa fase più volte denuncerà lo scarso sostegno nelle sue indagini da parte dello Stato: “Mi mandano in una realtà come Palermo, con gli stessi poteri del prefetto di Forlì”, una sua famosa frase passata alla storia.
In un’intervista a Giorgio Bocca, il generale Dalla Chiesa ammetterà la connivenza e la complicità di parti dello Stato con la mafia. Un’intervista che renderà il generale ancor più un obiettivo di Cosa Nostra.
Carlo Alberto Dalla Chiesa chi era | L’omicidio
La sera del 3 settembre 1982 Carlo Alberto Dalla Chiesa è in auto con sua moglie Emanuela Setti Carraro. Siamo a Palermo, in via Carini: la macchina del generale viene affiancata da una BMW con a bordo Antonino Madonia e Calogero Ganci.
I due sparano con un kalashnikov verso il parabrezza. Dopo la morte di Dalla Chiesa, le carte che aveva con sé sul caso Moro spariscono nel nulla. Dalla Chiesa viene insignito della Medaglia d’Oro al valor civile alla memoria.
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