Il decreto sicurezza continua a far vedere la sua faccia. Il Cara, il centro di accoglienza per richiedenti asilo, di Castelnuovo di porto chiuderà (qui l’intervista al rappresentante della cooperativa Auxilium, che gestisce il centro). Ed entro un anno la stessa sorte toccherà agli altri Cara italiani.
Il Viminale ha già pronta la lista dei prossimi: in cima all’elenco, come auspicato da Matteo Salvini, c’è quello di Mineo, in provincia di Catania. Ma anche Bologna, Crotone, Bari e Borgo Mezzanone.
In Italia, dopo l’identificazione, un migrante viene destinato alla rete di accoglienza. Fino a all’entrata in vigore del decreto sicurezza tutti i richiedenti asilo, in attesa di sapere se la propria domanda fosse accettata, potevano essere inseriti nel cosidetto sistema Sprar.
Ma adesso le cose sono cambiate. Il sistema Sprar è stato fortemente limitato e oggi è riservato soltanto ai minori non accompagnati e a chi ha già ottenuto lo status di rifugiato.
I titolari della protezione umanitaria alla data di scadenza del permesso sono esclusi dal sistema. Ciò significa che i cosiddetti “irregolari” saranno sempre di più, destinati a essere “invisibili” nelle nostre città.
Nel Cara di Castelnuovo di Porto, a nord di Roma, al momento sono presenti 150 immigrati titolari di protezione umanitaria destinati però a perdere il diritto alla prima accoglienza a causa del decreto sicurezza. Qui abbiamo spiegato cosa è successo il 22 gennaio nel giorno dello sgombero.
Che cosa sono i Cara
I cara fanno parte della rete di accoglienza italiana, che sta per essere smantellata dal decreto sicurezza. Lo straniero irregolare che richiede la protezione internazionale viene inviato nei centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara), per l’identificazione e l’avvio delle procedure relative alla protezione internazionale.
Esistono dei Cara a Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Arcevia (Ancona), Castelnuovo di Porto (Roma), quello appena chiuso, Borgo Mezzanone (Foggia), Palese (Bari), Restinco (Brindisi), Lecce, Crotone, Mineo (Catania), Pozzallo (Ragusa), Caltanissetta, Lampedusa, Trapani, Elmas (Cagliari).
L’obiettivo del Viminale è un progressivo svuotamento per arrivare alla chiusura definitiva. Sono circa un migliaio coloro che si ritroveranno senza un posto in cui andare.
Cosa dice il decreto sicurezza in merito di Protezione umanitaria
Protezione umanitaria
Il decreto nel suo primo articolo prevede l’abolizione della concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari previsto dal Testo unico sull’immigrazione (legge 286/98).
Secondo la legge attualmente in vigore questo tipo di permesso può essere concesso ai cittadini stranieri che presentano seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”.
In alternativa, hanno diritto al permesso di soggiorno per motivi umanitari coloro che fuggono da conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità e che provengono da paesi al di fuori dell’Unione europea.
Anche i cittadini stranieri che non possono essere espulsi perché potrebbero essere oggetto di persecuzione o che sono vittime di sfruttamento lavorativo o di tratta hanno diritto a questa particolare tutela. Il loro permesso dura dai 6 mesi ai 2 anni a seconda del caso e può essere rinnovato.
Il decreto prevede l’abrogazione della protezione umanitaria.