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Chi è Capitano Ultimo e perché gli verrà revocata la scorta

Capitano Ultimo, il carabiniere che arrestò Totò Riina

Dal 3 settembre verrà revocata la scorta a Capitano Ultimo, il carabiniere che arresò Totò Riina nel 1993. Ecco chi è

Di Laura Melissari
Pubblicato il 30 Ago. 2018 alle 11:10 Aggiornato il 3 Set. 2018 alle 11:55

Capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Totò Riina a Palermo, non avrà più la scorta. Il colonnello Sergio De Caprio era sotto tutela della stato da quando è stata resa nota la sua vera identità, ma dal 3 settembre non lo sarà più.

A rendere nota la vicenda è stata Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982. Qui l’intervista a Rita Dalla Chiesa.

Dalla Chiesa in un post su Facebook si rivolge al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, chiedendo se sia al corrente della revoca della scorta, che definisce “aberrante”, e protestando perché per lo scrittore Roberto Saviano la misura di protezione è invece ancora prevista.

“Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre”, scrive la conduttrice.

Dalla Chiesa ha pubblicato sul suo profilo social una foto del provvedimento di dismissione della scorta per il Capitano Ultimo, ufficiale dei Carabinieri noto soprattutto per aver arrestato il superboss di Cosa Nostra, Totò Riina, nel 1993.

La decisione di revocare la protezione, che consiste in un’auto non blindata e due uomini, è stata presa il 31 luglio su proposta del Coordinamento delle forze di polizia. Non è noto il motivo specifico per cui è stata presa tale decisione.

“In questo foglio c’è’ scritto che, dal 3 settembre, verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Toto’ Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?”, recita il post di Rita Dalla Chiesa.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha detto di non avere la competenza per intervenire. “Il ministro dell’Interno non può intervenire direttamente sull’assegnazione del personale di scorta. Per quanto riguarda la vicenda del Capitano Ultimo, protagonista di brillanti e celebri operazioni, la notizia non mi ha lasciato indifferente. Nel rispetto del lavoro e della professionalità di tutti, chiederò informazioni per capirne di più. Sicuramente una riduzione dei quasi 600 dispositivi di scorta, record a livello europeo, sarà necessaria per recuperare almeno una parte dei duemila uomini delle forze dell’ordine quotidianamente impegnati in questi servizi. Servizi spesso motivati, altre volte no”.

Chi è Capitano Ultimo

Sergio De Caprio è un militare italiano, noto per aver arrestato Totò Riina nel 1993. È stato a capo dell’unità Crimor dei Carabinieri e, con il grado di colonnello è stato vice comandante del Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente a Roma.

Il 15 gennaio 1993 fu colui che mise le manette al boss mafioso. De Caprio, insieme al Colonnello Mori, fu accusato, e poi assolto, di favoreggiamento nei confronti di Cosa Nostra, per aver ritardato a perquisire l’abitazione di Riina.

La sentenza del tribunale di Palermo del 20 febbraio 2006 inoltre ribadisce che Riina non fu consegnato alle forze dell’ordine dai suoi sodali, com’era stato detto da Massimo Ciancimino secondo il quale sarebbe stato Bernardo Provenzano a consegnarlo, ma fu arrestato “grazie all’intuito investigativo del capitano De Caprio”.

L’unità Crimor fu creata dallo stesso De Caprio. Si trattava di un’Unità Militare Combattente, in cui ogni membro aveva un nome in codice, e che viveva in clandestinità e all’ombra della società.

Fino al 2000 De Caprio resta nel Ros, fino a quando chiede di esser trasferito. Nello stesso anno fu assegnato al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri (Noe) di Roma. In seguito passa al servizio segreto per l’estero dove nel 2016 dirige l’ufficio affari interni.

Il 20 luglio 2017 dall’Aise viene restituito all’Arma dei Carabinieri perché, dopo il caso Consip, poiché “venuto meno il rapporto di fiducia”.

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