Le autorità turche hanno messo al bando tutti gli eventi promossi dai gruppi di difesa dei diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transgender (LGBTQ) nella capitale del paese, Ankara.
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La misura è entrata in vigore sabato scorso e sarà valida in tutta la provincia di Ankara “fino a nuovo ordine”, come stabilito in una nota dell’ufficio del governatore della città citata dal quotidiano turco “Hürriyet” e riportata da Reuters: “Dal 18 novembre, in difesa della sensibilità pubblica, rassegne cinematografiche, teatrali, conferenze ed esibizioni legate al mondo LGBTQ saranno vietate per garantire la pace e la sicurezza della nostra provincia.”
Eventi simili, secondo l’ufficio del governatore di Ankara, potrebbero incitare rivolte da parte di alcuni gruppi della società civile, “considerate una minaccia reale per tutta la cittadinanza.”
Mercoledì 15 novembre le autorità della capitale turca avevano sospeso un festival di cinema LGBTQ per rischi connessi alla sicurezza pubblica e al terrorismo.
La decisione di Ankara è motivo di preoccupazione per i movimenti che lottano in difesa dei diritti dei gay in Turchia, dove dal fallito colpo di stato del luglio 2016 le libertà civili sono sempre più a rischio. Tra le misure adottate più controverse, l’annullamento delle ultime due edizioni del Gay Pride di Istanbul da parte delle autorità.
Contrariamente a buona parte dei paesi a maggioranza islamica, in Turchia l’omosessualità non è considerata un reato ma è ancora vista in maniera ostile da parte di larghi settori dell’opinione pubblica.
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