Quale è il primo passo per scavare tra le macerie nella speranza di trovare i dispersi di un dramma come quello di ponte Morandi a Genova? Non tocca ai Vigili del Fuoco né ai soccorritori o all’Esercito farlo. Sono i cani dell’unità cinofila ad attivare la macchina delle ricerche.
Il cane, infatti, fiuta tra i detriti e individua superstiti e dispersi. Sono trenta gli animali impegnati nelle operazioni di ricerca sotto il ponte crollato a Genova lo scorso 14 agosto.
È impressionante e commovente allo stesso tempo la dedizione incondizionata dei cani che si muovono veloci tra lamiere e macerie nella ricerca forsennata di persone ancora vive e di corpi.
Arrivano dal Piemonte e dal Veneto, dalle Marche, dal Lazio e dall’Umbria. Alcuni di loro sono stati impegnati già nelle zone più colpite dal sisma nel Centro Italia del 2016.
Sono circa trenta, tra labrador, golden retriever e border collie. Tanti i video che stanno girando sui social network e che ritraggono i cani soccorritori anche in situazioni particolarmente pericolose.
Commovente è stato il video del golden retriever che viene caricato sulle spalle di uno dei soccorritori per calarsi tra le macerie. Il cane, docile, si lascia mettere le imbracature e, con la pettorina arancione, viene issato sulle spalle del vigile del fuoco.
Cani esperti, con alle spalle anni di addestramento con istruttori che insegnano loro a comprendere, stimolare e indirizzare bene il lavoro dell’animale. In perfetta sintonia con l’uomo – “conduttore”, in gergo – il cane diventa essenziale per le sue capacità olfattive infallibili.
Per questo, tra le macerie e i detriti del ponte Morandi di Genova come nelle zone terremotate del centro Italia, i cani si fanno motore delle ricerche. Prima arriva il naso del cane, poi le mani degli operatori e le macchine che scavano.
Ecco il video del golden retriever issato sulle spalle del soccorritore e calato tra le macerie.