È successo a Valderice, nel Trapanese, in Sicilia, dove un uomo ha gettato in mare il suo cane con una pietra legata al collo perché l’animale si era rifiutato di fare il bagno.
Il cane è ora in salvo, si è liberato dal collare al quale il suo padrone aveva agganciato una pietra ed ha raggiunto la riva della spiaggia.
I bagnanti hanno notato la scena, hanno soccorso il cucciolo e hanno chiamato immediatamente la polizia che è intervenuta prontamente.
Dal microchip i vigili sono riusciti a risalire al proprietario, che è stato così individuato e denunciato. Ora è sotto accusa di maltrattamento di animali.
Il cane è una femmina e si chiama Mia, il proprietario è stato subito identificato dagli agenti della Polizia Municipale del trapanese, denunciato per il reato di maltrattamento di animali l’uomo e Mia, il cane, è stata sottoposta a sequestro penale dopo la visita veterinaria.
Il Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post sulla vicenda e si è fatto carico della questione.
L’associazione che si occupa della tutela di tutti gli animali ha annunciato l’intenzione di denunciare il responsabile del gesto e di portare avanti la vicenda in tribunale.
Nella foto postata su Facebook dal Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali si vede la pietra legata alla corda dal padrone dell’animale per costringere il cane a stare in acqua.
“Questo ‘signore’ lo denunciamo e lo portiamo in Tribunale. Ve lo promettiamo”, scrive l’associazione sui social.
“OBIETTIVO CON IL NOSTRO STAFF LEGALE: ottenere in Tribunale il massimo della condanna e la confisca dell’animale, in modo che il proprietario ne perda la “proprietà””, si legge nell’ultimo post.
Della vicenda si sta occupando il sindaco di Lido Valderice, Francesco Stabile.
Enrico Rizzi, presidente del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus, ha incaricato l’ufficio legale di predisporre tutti gli atti necessari affinché il NOITA Onlus denunci il proprietario e possa quindi costituirsi parte civile, seguire tutti gli sviluppi giudiziari ed ottenere la confisca dell’animale, affinché lo stesso non venga più restituito al proprietario.
L’associazione ha creato una campagna di raccolta fondi per sostenere le spese legali per seguire il processo, a questo link è possibile fare una donazione.