Il Camping River, campo rom a nord di Roma, è stato sgomberato.
Le operazioni sono iniziate nelle prime ore della mattinata di giovedì 26 luglio quando sul posto, in via della Tenuta Piccirilli in zona Tiberina, sono arrivati agenti della polizia locale e assistenti sociali del comune di Roma, intervenuti per offrire soluzioni alloggiative alternative ai residenti del campo.
Secondo il Campidoglio, sarebbero 43 le famiglie che hanno accettato la presa in carico presso le strutture del circuito di accoglienza proposte da Roma Capitale.
“Altri nuclei familiari, dopo quelli che hanno già accettato negli ultimi mesi, si stanno ora trasferendo presso le strutture di accoglienza di Roma Capitale: continuiamo a mettere a loro disposizione soluzioni che consentono alle famiglie di restare unite”, ha scritto su Facebook la sindaca Virginia Raggi.
“Sempre più persone, inoltre, stanno chiedendo ai nostri operatori informazioni riguardo le misure di inclusione abitativa e lavorativa, e i rientri volontari assistiti nei Paesi di origine. È inaccettabile continuare a finanziare luoghi come questi dove si favorisce la ghettizzazione e, soprattutto, dove le condizioni di vita non tutelano i diritti di bambini, donne e uomini”, ha concluso.
Le operazioni di sgombero sono state avviate nonostante lo stop della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che le aveva bloccate fino a venerdì 27 luglio.
Il Campidoglio, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, ha proceduto ad avviare la chiusura del campo rom per motivi igienico-sanitari, le stesse motivazioni citate nell’ordinanza di sgombero firmata la scorsa settimana dalla sindaca.
“Io sapevo che la sospensione dello sgombero era fino a domani e invece non gliene frega niente. Non ce lo aspettavamo, stavamo tutti dentro tranquilli. C’è stata violenza, hanno messo le mani addosso alle donne con spinte e usato lo spray al peperoncino su una signora, mi pare”, ha detto un uomo di 31 anni che vive nel campo.
“C’è gente che è svenuta, le donne strillavano ma non è stata fatta nessuna violenza contro i bambini”, ha aggiunto. “Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno ha accettato le proposte del Comune”.
Il comandante della Polizia Locale del Campidoglio, Antonio Di Maggio, ha negato che ci siano stati episodi di violenza.
“Nessuna violenza. Scherziamo? Non abbiamo allontanato le persone con la forza, utilizzato spray al peperoncino né armi da fuoco né manganelli, che tra l’altro non abbiamo. Abbiamo utilizzato la forza del convincimento a uscire, cosa che le persone hanno fatto”, ha replicato.
Su Twitter il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini ha commentato la situazione scrivendo: “Legalità, ordine e rispetto prima di tutto”.
🔴 È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!https://t.co/0lrPhjHTlO pic.twitter.com/9GII9EWwz5
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) July 26, 2018
Il ministro, in un incontro avvenuto mercoledì 25 luglio con la sindaca Raggi, aveva garantito il supporto del governo all’operazione.
“Stanno sgomberando il Camping River. Senza dire nulla alle famiglie sulle soluzioni alternative, senza un progetto. Senza nulla se non la voglia di prendere voti umiliando i deboli. Questo sono la Raggi e Salvini. Non vogliono risolvere i problemi, vogliono diffondere l’odio”, aveva scritto su Twitter Matteo Orfini, presidente del Pd.
“Se quanto si sta svolgendo in queste ore a Camping River si configurasse come uno sgombero, ci troveremo di fronte ad una gravissima violazione del governo italiano di fronte alla Corte per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Un precedente unico e gravissimo che sancirebbe la fine dello Stato di diritto”, aveva scritto su Facebook Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, che ha supportato il ricorso alla Cedu inoltrato da tre residenti del campo.
“Le tre persone rom ricorrenti”, aveva spiegato nel suo comunicato l’associazione, “hanno vissuto per alcuni anni nell’insediamento di Camping River in cui attualmente risiedono circa 300 persone, esclusivamente rom, segregate su base etnica e i cui diritti umani sono stati ripetutamente violati dalle istituzioni capitoline nelle diverse azioni previste dal Piano rom”.
L’organismo di Strasburgo aveva allora adottato una misura d’emergenza ad interim per sospendere lo sgombero, chiedendo al governo italiano di indicare le misure alloggiative previste per i richiedenti, la data prevista per lo sgombero esecutivo e qualsiasi sviluppo significativo delle operazioni.