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Alla Camera caffè più caro per i deputati: ecco quanto pagano ora

Di TPI
Pubblicato il 8 Gen. 2019 alle 18:22 Aggiornato il 8 Gen. 2019 alle 18:23

Rincari alla buvette di Montecitorio. Dal 1° gennaio 2019 per i frequentatori del bar della Camera, il punto di ristoro al piano Aula aperto, oltre che ai deputati, a funzionari e giornalisti, il prezzo della tazzina è aumentato di 10 centesimi: da 90 cent del 2018 a un euro.

Rincari anche per i panini, per le pizze farcite, per il piatto di frutta (salito da 2 euro a 2,20), per un classico come i supplì, e i tramezzini (che oggi costano 3,25 invece di 3 euro). L’aumento medio è del 10% circa rispetto al passato.

Conti più salati anche per i dipendenti. Al bar al piano terra del Palazzo, hanno notato gli avventori abituali, il costo di una tazza di thè è lievitato del 65%, da un euro a 1,65, anche se la qualità del prodotto – viene fatto notare – è aumentata rispetto al passato così come la possibilità di scegliere la bustina più gradita.

Da gennaio è infatti una nuova società – la Cir Food, cooperativa italiana di ristorazione – a gestire il servizio di ristorazione e di distribuzione pasti, vincitrice del bando di gara indetto nella scorsa legislatura, e anche di un ricorso presentato da un altro concorrente.

L’appalto, di durata quadriennale, comprende oltre alla gestione della buvette, del bar, della mensa e del ristorante, anche i “servizi di catering e banqueting su richiesta specifica dell’Amministrazione”, il servizio di pulizia dei locali, degli arredi, delle attrezzature e delle stoviglie e “le attività di igienizzazione, disinfestazione e di derattizzazione”, nonché la raccolta e la gestione dei rifiuti, la manutenzione e il rifornimento delle macchinette da caffà espresso a cialde e dei distributori automatici che si trovano nel palazzo.

La nuova società, inoltre, ha ottemperato anche all’onere di riassumere tutti i dipendenti della vecchia gestione, una quarantina di persone in tutto, che rischiavano di perdere il posto di lavoro.

“L’altra notizia positiva è che se da un lato salgono i prezzi del listino, dall’altro, alla voce ristorazione, aumentano i risparmi per le casse di Montecitorio” spiega Gregorio Fontana, Questore anziano della Camera: dai 4,573 milioni di euro del 2013 si + passati ai 2,291 milioni di oggi, con un abbattimento della spesa del 50% in pochi anni.

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