Il premier Enrico Letta ha annunciato che oggi si recherà al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La decisione del presidente del consiglio arriva dopo alcuni giorni di incertezza sul destino del governo, che si sono conclusi con la riunione della direzione nazionale del partito democratico di ieri. Durante l’incontro, il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha chiesto un nuovo governo per il paese ed è stato appoggiato da una maggioranza schiacciante all’interno del partito che ha votato la proposta con 136 voti favorevoli e 16 contrari.
“Con una mossa senza precedenti nella storia politica italiana, in meno di mezz’ora il leader del principale partito della coalizione Matteo Renzi ha licenziato il capo del governo”, ha scritto il quotidiano francese Les Échos, “con il pieno sostegno del suo partito, il sindaco di Firenze ha deciso di varcare il Rubicone per opporsi al rischio di stallo politico”.
Secondo il Telegraph, quanto è accaduto aprirà la strada perché Renzi diventi il più giovane primo ministro d’Italia, ma anche il terzo premier consecutivo non eletto dal paese negli ultimi due anni. “L’ex boy scout, ammiratore di Tony Blair e Barack Obama, ha criticato per mesi l’onorevole Letta per non aver saputo ottenere le difficili riforme economiche e politiche necessarie per tirare l’Italia fuori dalla sua peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale”, ha scritto il quotidiano britannico.
Il giornale tedesco Die Welt, ha sottolineato come sia altamente inusuale che le dimissioni del premier non siano state provocate da un partito di opposizione ma dallo stesso Pd, il partito di Enrico Letta. “La manovra di Renzi è temeraria. Se dovesse diventare primo ministro, dovrà dimostrare rapidamente che quanto ha promesso è realizzabile. Quello che vuole è letteralmente una rivoluzione e se dovesse riuscirci, l’Italia sarebbe un paese diverso”.
Per il network statunitense Bloomberg, il segretario del Pd ha idee chiare, energia sufficiente ma poco tempismo: “Matteo Renzi è l’uomo giusto per guidare l’Italia, ma se sarà chiamato a formare un nuovo governo venerdì, come previsto, avrà ottenuto il lavoro in un modo che non fa ben sperare: inaspettatamente, senza un mandato popolare e facendo affidamento sulla stessa coalizione litigiosa che opprimeva il suo predecessore”.
Anche David Willey, inviato della Bbc, ha stilato una lista di pro e contro. “Matteo Renzi è un politico che ha fretta. Egli personifica la frustrazione sentita da molti italiani nei confronti dell’apparente incapacità dei leader del loro paese di affrontare il rapido declino economico italiano. Ha meno di 40 anni, è carismatico, intelligente e – per dirlo con le sue parole – estremamente ambizioso. Questa è la sua forza”. Ma Renzi ha anche delle debolezze: “Finora ha fatto carriera solo nella politica locale fiorentina, non è mai stato eletto in Parlamento e non ha alcun mandato popolare”.
“Se Matteo Renzi diventerà il nuovo primo ministro italiano, guiderà il sessantaduesimo governo del paese dalla seconda guerra mondiale e il quarto in poco più di due anni”, ha scritto il Wall Steet Journal, “Se dovesse sopravvivere il resto della legislatura, che si concluderà nel 2018, sarebbe uno dei premier più longevi che l’Italia abbia mai visto. Ma la storia del paese va contro di lui: pochi premier sono riusciti a guidare un governo per tutta la durata del mandato quinquennale del Parlamento”.
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