Carlo Calenda, l’ex ministro dello sviluppo economico, ha lanciato il suo Manifesto dell’Europa, per unire il fronte dei progressisti in vista delle elezioni europee. In poco tempo il suo manifesto ha avuto oltre 40mila sottoscrizioni, tra cui molti nomi forti del Partito democratico come Maurizio Martina e Nicola Zingaretti.
L’obiettivo è quello di essere la lista più votata delle europee, con oltre il 30 per cento dei voti. Non c’è ancora un nome per l’ambizioso progetto politico.
Tra i primi firmatari più noti vi sono alcuni governatori di regione come Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, Sergio Chiamparino della Regione Piemonte, Catiuscia Marini della Regione Umbria, Enrico Rossi della Toscana.
E anche molti sindaci come Beppe Sala, primo cittadino di Milano, Virginio Merola di Bologna, Emilio Del Bono di Brescia, Massimo Depaoli di Pavia, Giuseppe Falcomatà di Reggio Calabria, Giorgio Gori di Bergamo.
Oltre agli amministratori di centro sinistra anche tante personalità del mondo civile, accademico e imprenditoriale come Carlo Feltrinelli, Walter Ricciardi e Mario Giro.
“Sono d’accordo con Letta, non sono a favore dei fronti “contro”, ed è per questo che partiamo da un manifesto con un’analisi e con sei proposte”, ha detto Calenda rispondendo a Enrico Letta che accusava il progetto di essere un grande regalo ai populisti.
Il nome e il simbolo della lista arriveranno dopo le primarie del Pd del 3 marzo. Come anticipa Repubblica, i nomi in lizza sono Fronte repubblicano o Fronte democratico. Non si sa se nel logo comparirà il simbolo del Pd.
“Visti i numeri a cui è sceso il M5S, circa il 23%, una sfida per il secondo posto è possibile. Direi che un sorpasso da parte del Pd e dei suoi alleati è persino probabile”, sostiene il sondaggista Antonio Noto.
“Ma i problemi del centrosinistra non si risolvono cambiando logo al Pd o con una lista unitaria. Il nodo è l’identità, il progetto. Ad oggi fuori dal Pd non c’è molto, la lista potrebbe dunque ambire a un 22-23% mettendo insieme quello che c’è. Ma l’obiettivo del 30% e di una sfida alla Lega resta molto distante”, sostiene Noto.
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