È stato un vero e proprio agguato quello messo in atto contro due famiglie Sinti nel Bresciano. È accaduto nella notte tra l’1 e il 2 gennaio 2019 tra Bedizzole e Lonato, nella zona di Bettola.
Da qualche mese le due roulotte, apparse in un terreno agricolo nella zona del basso Lago di Garda erano diventate, per alcuni residenti della zona, “un fastidio”.
Ed è questa la pista seguita dagli inquirenti su quanto accaduto nella notte tra l’1 e il 2 gennaio, quando “qualcuno” ha prima sparso della benzina attorno alle due roulotte per poi innescare un incendio che in pochi secondi ha circondato le due abitazioni di fortuna all’interno delle quali vivevano due famiglie di Sinti italiani, residenti a Lonato.
Fortunatamente uno degli occupanti è stato svegliato dal trambusto ed è corso fuori dalla roulotte. Il suo obiettivo: salvare dalle fiamme i suoi genitori che vivevano nell’altro mezzo. Ma appena fuori dalla sua abitazione mobile è stato raggiunto da un colpo di fucile a bruciapelo tra la spalla e il collo.
“Se lo è trovato davanti, a circa tre metri di distanza. E l’aggressore, non appena lo ha visto uscire, ha aperto il fuoco” colpendolo in pieno.
Con le poche forze rimaste, una volta che l’aggressore – “credendo di averlo ucciso” – si è allontanato, ha svegliato i genitori, salvandoli.
L’uomo, 40 anni, è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Desenzano mentre i suoi genitori sono riusciti a salvarsi, scappando fuori dalla roulotte, senza riportare conseguenze.
La testimonianza della vittime
L’uomo rimasto ferito è oggi fuori pericolo ma è ancora alto il rischio che il colpo che lo ha raggiunto possa lasciargli danni permanenti.
L’aggressore: “gli ha sparato all’altezza del viso, per ucciderlo” racconta a TPI un testimone. “Per fortuna si è abbassato non appena si è trovato davanti all’uomo”.
Il colpo è stato esploso “con un fucile da caccia, di quelli che si usano contro i cinghiali”. Dopo lo sparo “ha urlato ‘zingari di mer**a, vi ammazzo tutti’. Voleva ucciderlo, è chiaro”.
Una cosa è certa: “Noi non abbiamo nessun problema con altri sinti”. Per questo “siamo certi che non si sia trattato di un regolamento di conti”, come ipotizzato dalla stampa nelle prime ore dopo l’accaduto.