Si può tranquillamente affermare che, nel 2016, la cosiddetta “rivoluzione digitale” è ormai conclusa e che viviamo in un’era pienamente informatizzata, nella quale l’utilizzo di Internet e degli smartphone è diventato un aspetto che caratterizza profondamente le vite dei bambini fin dalla nascita.
Una delle tendenze che riflettono le abitudini dei nativi digitali, ovvero coloro che crescono utilizzando le tecnologie digitali, è proprio quella di una fruizione sempre più abbondante di contenuti online.
Di fatto, i bambini di oggi abbandonano sempre più frequentemente la televisione per vedere cartoni animati su YouTube.
I cartoni presenti sulla piattaforma di proprietà Google avrebbero infatti la caratteristica di essere virali e più facilmente commerciabili rispetto a quelli prodotti per la televisione, ma soprattutto sarebbero più adattabili alle esigenze del pubblico dei più giovani, ormai abituati alla personalizzazione della scelta di contenuti.
Ira Meyer, analista esperto di marketing e licenze, ha sottolineato che YouTube riesce ormai a superare la televisione, in quanto i bambini amano scegliere e guardare più volte un programma. Questo sarebbe il più grande limite dei media tradizionali che, per quanto si stiano rinnovando, non riescono a tenere il passo di chi presenta contenuti ritagliabili in tempo reale sulle esigenze del consumatore.
Sostanzialmente, YouTube permetterebbe ai più giovani di diventare veri e propri “programmisti”, aggirando le limitazioni strutturali imposte dalla tv.
Non è da sottovalutare neanche il fatto che il coinvolgimento dei genitori aumenta proporzionalmente a quello dei figli. Anche i consumatori adulti possono effettivamente entrare a far parte della creazione dei contenuti a tutti i livelli. Un esempio di questo nuova tendenza è dato dall’influenza dei blogger, dai quali chi produce cartoni online attinge moltissimo per adattare il prodotto alle esigenze di mercato.
Inoltre, le compagnie che si occupano di intrattenimento online per bambini hanno un vantaggio netto anche nella stessa produzione del contenuto, potendo disegnare più film e cortometraggi in molto meno tempo, sfruttando le opportunità che offre la rete in termini di viralità.
Infatti, quando viene creato un nuovo film o una nuova serie animata, la grande quantità di materiale tagliato non viene più scartata, ma viene riutilizzata per una inedita modalità di trasmissione breve che caratterizza i canali online.
Stephanie Wissink, di Piper Jaffray, sostiene che: “cose come le clip dietro-le-quinte e i tagli che non sono stati integrati nel prodotto finale possono diventare molto più virali e visualizzate dell’episodio stesso”. Un vantaggio non viene lasciato scappare.
Belinda Gruebner, direttore marketing di Moose Toys, una delle società che ha anticipato i tempi nel settore, parla di scommessa vinta. Infatti, producendo cartoni online, Moose Toys “ha potuto ridurre al minimo costi e investimenti, e arrivare molto più velocemente sul mercato rispetto a chi ha continuato a seguire i percorsi tradizionali”.
L’azienda australiana, con i webisodes di Shopkins, una serie animata ormai diffusa a livello mondiale con oltre 30 milioni di visualizzazioni complessive, ha potuto aumentare il numero e la lunghezza degli episodi soprattutto grazie al feedback dei giovani spettatori.
Infine, il fatto che una produzione sia molto più veloce e fatta appositamente per internet non significa che la sua qualità non sia all’altezza di una trasmissione tradizionale.
Per esempio, anche se la realtà italiana nel suo complesso non è ancora al passo con quella anglosassone, anche nella nostra penisola qualcuno ha mosso i primi passi in questi termini.
La Light and Color (L&C), con base a Roma e fondatrice del canale “Il Cartone dei Piccoli”, è l’unica realtà interamente italiana del settore, dalla produzione alla distribuzione di cartoni online di qualità.
Il Cartone dei Piccoli ha infatti uno scopo educativo (tutti gli episodi hanno i sottotitoli in inglese), cerca di insegnare qualcosa e anima la curiosità dei bambini (per esempio, “La Cucina dei Piccoli” spiega in modo giocoso come si prepara un piatto), e vuole allo stesso tempo realizzare i suggerimenti degli spettatori e dei genitori tramite un blog.
Alla luce di questo nuovo fenomeno, c’è chi si interroga se la visione di cartoni animati su YouTube sia una moda o un fatto che si consoliderà nel tempo. Chi ha investito in questo business pensa che la seconda opzione sia la più probabile, almeno fino a quando non avverrà il prossimo cambiamento epocale nel settore dei media.
A prescindere da ciò che avverrà in futuro, attualmente il boom dell’intrattenimento per i più giovani su YouTube è anche una grande occasione per chi vuole fare pubblicità.
Secondo un sondaggio della britannica MCN BuzzMyVideos, già i millennial, coloro che attualmente hanno tra i 18 e i 35 anni, sono molto più influenzati dai contenuti e dal marketing su YouTube rispetto a quelli di altre piattaforme.
Il 38 per cento degli intervistati ha dichiarato che si fida molto più di una pubblicità su YouTube che di quelle presenti su un qualsiasi magazine (31 per cento) o in televisione (18 per cento). Si prevede che, in futuro, questo trend aumenterà ulteriormente tra i nativi digitali.
Inoltre, si stima che in totale, mentre nel 2015 la pubblicità su Internet consisteva nel 29,9 per cento della spesa globale, nel 2018 si attesterà intorno al 38,4 per cento. Nello stesso periodo la crescita del numero di video online sarà del 20 per cento, trasformandosi in un mezzo cruciale per raggiungere l’audience giovanile.
Intanto, Zenith OptiMedia specifica che “la crescita della pubblicità su Internet ha reso complicato per molti proprietari di media rimpiazzare i mancati introiti dei loro canali tradizionali con quelli derivanti dalla digitalizzazione”.
Un chiaro segnale del fatto che chi ha saputo anticipare i tempi, adesso ha un vantaggio competitivo netto sulla concorrenza. Basti pensare che la crescita media della pubblicità online è stata del 18 per cento negli ultimi cinque anni, rispetto allo 0,6 per cento della crescita della pubblicità su altri media.
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