“Siamo di fronte a un pesante attacco alla democrazia. Il potere legislativo che dovrebbe avere la voce prioritaria è stato totalmente esautorato e reso inutile. È stato ridotto all’irrilevanza, in alcuni momenti a vera e propria tragica farsa, basta pensare al voto di fiducia imposto alla Camera dei deputati su una legge fantasma e farlocca che tutti sapevano sarebbe stata completamente riscritta e cambiata, però hanno imposto la fiducia lo stesso”.
Così parla a TPI la senatrice di +Europa Emma Bonino dopo il vibrante intervento tenuto il 20 dicembre sulla manovra economica in un’aula di palazzo Madama alle prese con una discussione su una legge di bilancio che di fatto ancora non c’è, visto che il maxi emendamento del governo arriverà solo oggi, 21 dicembre, alle 16 in Aula.
Il governo, infatti, presenterà oggi il maxi-emendamento alla manovra, su cui porrà la questione di fiducia in Aula al Senato. Il calendario votato a maggioranza, senza l’ok dell’opposizione, prevede che inizi subito la discussione in Aula: dunque la commissione termina i lavori senza aver fatto neanche un voto. Alle 22 di oggi sono previste le dichiarazioni di voto e alle 23 il voto di fiducia che terminerà intorno alla mezzanotte.
“Al Senato”, afferma Emma Bonino, “nessuno conosce per la verità i dettagli della manovra, ma ciò nonostante la commissione non ha espresso ancora neanche un voto, il caos è totale”.
“Nonostante questo, entro oggi, vogliono imporre la fiducia su un testo sconosciuto ai più”.
“Quindi è l’esautorazione totale del legislativo, se non è questo un elemento che faccia preoccupare non so cosa si stia aspettando. Siamo seriamente preoccupati dopo tutta una serie di episodi che sono stati sottovalutati in cui per esempio la differenza tra il giudiziario e l’esecutivo è stata completamente bypassata”.
A cosa si riferisce?
Se un procuratore come Spataro prova a parlare, gli viene detto “vada in pensione, che lei è stanco”, se un altro magistrato prova ad aprire un’indagine si parla subito di manette, quando non spetta al ministro dell’Interno decidere le manette sì, le manette no, ma dipende dalla magistratura. Se questo non preoccupa io non so che farci, ma io sono molto preoccupata.
Una preoccupazione che si manifesta con un annuncio eclatante: la rinuncia al voto. Forse la sconfitta più grande in una democrazia.
Sì, esattamente. Non serve l’Aventino, non è che mi ritiro. È l’inverso, è tentare di dare un segnale che vada al di là del semplice no, a una procedura e a dei contenuti che ritengo disastrosi per il Paese, non per l’opposizione, ma per il Paese.
Per il lungo periodo cosa si aspetta?
Ogni giorno ostinatamente, cocciutamente, provo ad andare avanti e a far ragionare le persone. So che tutto quello che ho è al servizio di questi principi.
Cosa riscontra rispetto alle passate legislature?
Noi abbiamo sempre denunciato le imperfezioni anche gravi della democrazia reale, ma a mia memoria non ricordo tanti episodi in così poco tempo fino all’esautorazione del parlamento che mi abbiano preoccupato così tanto. Provo a svegliare le coscienze.