Sta facendo molto discutere il video pubblicato su Facebook dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sull’arresto e sul rientro in Italia di Cesare Battisti.
La clip si intitola “Il racconto di una giornata che difficilmente dimenticheremo” e mostra le immagini dell’arrivo di Battisti all’aeroporto di Ciampino accompagnate da un sottofondo musicale.
Il video è diventato virale, generando migliaia di condivisioni e commenti. Molti utenti hanno accusato il ministro Bonafede di accanimento contro l’ex terrorista, che dopo oltre trent’anni di latitanza all’estero ora sconterà l’ergastolo nel carcere di Oristano.
“Che schifo! Questo montaggio con musica emozionale è da subumani. Rispetto per la dignità delle persone, non siamo al ritorno in studio dalla Playa dell’Isola dei famosi! Vergogna”, scrive Silvia.
“Io sono inorridito e spaventato. L’unica piccola consolazione è che siamo in molti ad esserlo”, commenta Claudio. “Dio mio. Ho sperato che non fosse vero. Perché non è possibile che lei abbia pronunciato il giuramento da avvocato. Perché non è possibile che lei abbia giurato da ministro (le minuscole sono volute). Si guardi allo specchio e si vergogni”, osserva Lucia.
Molti utenti rilevano poi come la pubblicazione di queste immagini possa configurare una violazione della legge. L’articolo 114 del Codice di procedura penale vieta infatti “la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e l’articolo 42 bis dell’Ordinamento penitenziario impone l’adozione di “opportune cautele per proteggere” gli arrestati “dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.
“La dignità di uomo va riconosciuta anche al più terribile criminale. Questo video è una ostentazione del tutto inutile che non si addice ad uno Stato civile come quello che dovrebbe essere il nostro”, commenta Giuseppe.
Un utente ironizza: “Montaggio e musichetta da grande fratello. A sto punto manca solo Rocco Casal… Ah, no, scusate”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it