“La Calabria è una terra strana”. Il motivo? Lo ha spiegato Beppe Grillo all’inizio del suo spettacolo Insomnia al Teatro Politeama di Catanzaro: “È la regione che ha fatto meno domande per il reddito di cittadinanza“.
Eppure in Calabria “c’è il paese più povero d’Italia, che si chiama Dinami” e “a Dinami non è stata presentata nemmeno una domanda di reddito di cittadinanza”. E allora, chiosa Grillo, “non rompetemi più i coglioni perché”, è la deduzione del garante M5s, “o lavorate in nero o siete tutti della ‘ndrangheta”.
Il day after, ecco la bufera contro il comico genovese. A partire all’attacco è Marco Siclari, senatore di Forza Italia: “Non si possono offendere tutti in Calabria per i maledetti delinquenti calabresi che sono sempre meno grazie alla magistratura. Grillo ha superato ogni limite ed ancora una volta confonde i ruoli”.
“Non può fare il comico”, aggiunge, “violentando la dignità di milioni di calabresi. Grillo rappresenta un movimento politico che è al governo e non può permettersi di etichettare i cittadini calabresi, anziani, giovani incensurati e neonati come ‘ndranghetisti per sillogismo o soltanto perché nati in Calabria”.
Ancora più dure le parole di Francesco Mingrone, segretario generale della Cisl Magna Graecia, che definisce quella di Grillo “un’offesa grave e pesante”.
“Ha oltrepassato il limite. Le sue parole sono un pugno allo stomaco. Per i calabresi e per le tante famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese. Per i nostri giovani. Per i nostri padri. Per i nostri figli. L’exploit del comico che, più che il comico fa il politico o il politico/comico, è un’offesa”.
“Grillo”, continua il sindacalista, “deve decidere cosa fare da grande. Il comico, il politico, il fomentatore delle masse? Qualunque sia la sua scelta, la Calabria seria e onesta non merita le sue offese. Le sue denigrazioni. Le sue accuse”.
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