Un presepe con Giuseppee, Maria e Gesù come migranti che naufragano in un mare di plastica. È la scelta del comitato Feste patronali di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari.
“Il bambino nasce nel mare, dove con Giuseppe e Maria, profughi, non accolti da nessuno vive l’esperienza che molti migranti affrontano nel nostro Mar Mediterraneo. E il mare di plastica a fare da sfondo dalla Natività è un grido dall’allarme contro l’inquinamento”, si legge nella didascalia che accompagna il presepe.
L’iniziativa ha avuto il sostegno dell’amministrazione comunale e di molti cittadini. Ma non sono mancate le polemiche che hanno additato il presepe alternativo come “ridicolo”.
Francesco Colafemmina, filologo, esperto d’arte di Acquaviva delle Fonti, ha commentato al quotidiano ilGiornale.it questa installazione: “Per dieci anni ho combattuto gli scempi nell’arte e nell’architettura sacra, sinceramente non avrei mai immaginato che nel mio paese, nella mia Puglia si potessero realizzare simili orrori. La Puglia che ha dato i natali a grandi maestri come Stefano da Putignano, autore di un meraviglioso presepe del XVI secolo custodito nella chiesa madre di Polignano, è diventata teatro di simili reinterpretazioni laiche e blasfeme del presepe in nome dell’immigrazionismo e dell’ambientalismo”.
Come ogni anno a dicembre si scatena la polemica sul presepe, simbolo tra i più strumentalizzati della tradizione cattolica.
Una marea di insulti hanno accompagnato la provocazione di Don Luca Favarin, parrocco di Padova che su Facebook aveva scritto: “quest’anno non fare il presepio credo sia il più evangelico dei segni. Non farlo per rispetto del Vangelo e dei suoi valori, non farlo per rispetto dei poveri”.
“Se il presepe deve essere pura esteriorità, allora tanto vale non farlo”, Lo stesso messaggio è stato ripetuto su Morning Show di Radio Padova. “Lei è fuori da ogni grazia di Dio”, “Si vergogni”, “Meriterebbe la scomunica”, “Parla da politico”, sono i messaggi che il religioso ha ricevuto, insieme ai messaggi di solidarietà.
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