“C’erano persone con passeggini e bambini, ma nonostante questo i fascisti ci hanno aggredito con mazze e cinghie con la fibbia”. La polizia? “È arrivata soltanto dopo e, anziché prendersela con gli aggressori, ha caricato i manifestanti”.
A raccontarlo è Claudio Riccio, militante di Sinistra Italiana, coinvolto nell’agguato di Casapound a Bari contro i manifestanti che rientravano dal corteo contro Salvini.
“Dopo un grande corteo antirazzista, un corteo contro Salvini e le politiche di questo governo, in via Eritrea, dove c’è la sede di Casapound, c’era un folto gruppo di fascisti che attendeva i manifestanti che stava tornando a casa”, spiega Riccio in un video pubblicato sul suo profilo Facebook.
“C’erano persone con passeggini, mamme con bimbi piccoli. Questo gruppo ci si è avvicinato con mazze e cinghie con le fibbie e, nonostante noi dicessimo che c’erano dei bambini, siamo stati aggrediti: ci sono due persone ferite abbastanza gravemente, un po’ di noi che hanno preso mazzate”.
L’aggressione è avvenuta nella serata di venerdì 21 settembre 2018 nel quartiere Libertà, al termine della manifestazione ‘BariNonSiLega’.
Il corteo era stato organizzato a poco più di una settimana dalla visita nel quartiere Libertà del vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega.
Nel rione multietnico è stata avviata una petizione contro gli immigrati irregolari.
Il bilancio dell’agguato è di due persone ricoverate all’ospedale. Nell’aggressione è rimasto ferito alla testa anche l’assistente dell’eurodeputata, Antonio Perillo, trasportato in ospedale.
Da parte loro, invece, i militanti di Casapound forniscono una versione diversa, affermando di aver reagito a provocazioni e insulti.
Sull’aggressione ora indaga la Polizia di Stato.
Nel video Riccio, che alle elezioni politiche del 4 marzo era candidato alla Camera con la lista Liberi e Uguali, denuncia tuttavia una risposta a suo dire inadeguata da parte delle forze dell’ordine.
“La polizia è arrivata soltanto dopo e si è schierata a dividere i manifestanti dai fascisti, caricando i manifestanti e non gli aggressori: l’ennesima vergogna in questo Paese in cui i fascisti hanno mano libera di fare tutto in maniera impunita con sedi che seminano odio e violenza”.
“In questo quartiere il problema non sono certo gli immigrati ma sono i mafiosi e i fascisti. E spesso sono amici tra loro”, conclude Riccio.