“Sporco negro, vai via, torna al tuo paese”. Sono le parole che avrebbero preceduto il pestaggio di Davide Mangiapane, 23enne ragazzo di colore adottato da neonato da una famiglia del Palermitano.
L’aggressione sarebbe avvenuta a Lercara Friddi, in provincia di Palermo, lo scorso 21 luglio, ma i fatti sono emersi solo il primo agosto. Il ragazzo, infatti, non aveva sporto denuncia, e solo ieri ha raccontato agli inquirenti la sua versione dei fatti.
L’episodio sarebbe avvenuto davanti a un pub. Davide Mangiapane ha riportato la frattura della mandibola e una prognosi di 30 giorni. I due presunti aggressori, tra cui un minorenne, sono stati denunciati con le accuse di violenza e lesioni personali.
Non figura tra i reati contestati, però, l’aggravante razziale. “Non capisco perché non ci sia questa aggravante – ha detto Giuseppe Mangiapane, padre di Davide – Gli hanno detto frasi razziste orribili”.
Al momento la procura sta cercando di ricostruire l’episodio, e circolano due versioni discordanti. Quella degli inquirenti è che Davide avrebbe fatto un apprezzamento a una ragazza, facendo andare su tutte le furie il fidanzato. Da lì sarebbe nato il pestaggio.
Per il padre di Davide però le cose sono andate diversamente: “Mio figlio non ha alcuna colpa. Si trovava davanti al pub, quando quei due energumeni si sono avvicinati e gli hanno fatto cadere a terra il suo cappellino. Lui si è rivolto a loro e ha detto: ‘Vi spiace raccogliere da terra quello che avete fatto cadere?’. E per tutta risposta gli hanno dato un pugno e lo hanno fatto cadere. Da quel momento è iniziato il pestaggio. E ci sono i testimoni che possono confermare tutto”.
Davide lavora come ballerino, ed è stato adottato quando aveva 40 giorni: “Mio figlio è ancora sotto choc per quegli insulti che ha subito durante il pestaggio davanti al pub. La frattura scomposta della mandibola guarirà, almeno spero, seppure con fatica, ma quegli insulti come ‘negro di merda, torna al tuo paese’ non riesce a dimenticarli. Il suo paese è l’Italia”, conclude amaro il padre.