La lettera parla chiaro e porta la firma del Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli: l’avvocato Tafuri scrive direttamente al Questore De Iesu per avvertirlo che “è stato segnalato a questo Consiglio che i funzionari e il personale addetto all’Ufficio Immigrazione della Questura è solito denegare l’ingresso agli Avvocati che intendono assistere gli immigrati nel disbrigo delle relative pratiche”.
Evidentemente creare difficoltà agli stranieri, seguendo sempre quel filo poco visibile di razzismo, è una pratica che sta prendendo piede in tutto il Paese.
“Tale prassi – continua la lettera – che non ci risulta sia fondata su disposizioni normative (sarebbe incostituzionale, tra l’altro nda), pone gli immigrati stranieri in posizione di inferiorità e di difficoltà dia per l frequente scarsa conoscenza della normativa e sia per le comprensibili deficienze linguistiche e di espressione del pensiero e della volontà”.
Ma è tollerabile questo atteggiamento? È davvero scritto nel terribile “decreto sicurezza”? No. Infatti, scrive Tafuri: “Tali condotte risultano irrispettose verso la categoria forense e contrarie alla inviolabile e costituzionale funziona dell’Avvocato di difendere e assistere anche tecnicamente la persona che reclama i propri diritti”.
E non solo: “Se è vero che non sussistono norme di legge e/o regolamentari che facciano divieto agli Avvocati muniti di mandato di assistere i propri clienti nella trattazione delle pratiche presso l’Ufficio immigrazione, La prego di volere interessare i Dirigenti e Funzionari competenti al fine di consentire l’esercizio della difesa e dell’assistenza degli Avvocati in favore di persone nei cui confronti come è noto, vi sono particolari esigenze che giustificano l’ausilio tecnico-giuridico.”
Insomma: come al solito non contano le norme ma conta il vento. La lettera è del 5 marzo. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensa il Questore di Napoli ma soprattutto il ministro Salvini poiché la sicurezza travestita che invece è un respingimento (addirittura burocratico) è qualcosa che non è sopportabile. No.