L’Austria ha ritirato il disegno di legge che puntava ad aprire i suoi consolati ai cittadini del Sud Tirolo di lingua tedesca e ladina.
La notizia della revoca del provvedimento è stata accolta con soddisfazione dal governo italiano.
Il progetto di legge era stato presentato il 18 aprile 2018 al parlamento di Vienna da parte del governo guidato da Sebastian Kurz, ma in mano all’estrema destra di Heinz Christian Strache.
La norma prevedeva che, trovandosi all’estero in determinate condizioni, i cittadini sudtirolesi potessero rivolgersi ad un consolato austriaco.
Questo anche nel caso in cui nel paese dove si trovassero esistesse una rappresentanza italiana.
La Farnesina aveva risposto chiedendo all’ambasciatore italiano a Vienna di presentare una formale lettera di protesta al governo austriaco.
“Apprendiamo con soddisfazione che dal ministero degli Esteri austriaco è giunta notizia del ritiro del disegno di legge sull’Alto Adige. Lo stop a questo testo è la giusta risposta”, ha commentato in una nota il ministro degli Esteri, Angelino Alfano.
£L’odierna decisione del governo d’Austria dimostra che la collaborazione tra paesi europei è un bene da preservare con cura ed equilibrio”, ha aggiunto Alfano.
Il governo austriaco aveva spiegato che il disegno di legge era stato presentato “per adeguarsi alle normative dell’Ue”.
In realtà, le direttive di Bruxelles prevedono che i cittadini dell’Unione europea possono rivolgersi a un consolato di un altro stato membro se nel paese in cui si trovano il loro stato non ha una rappresentanza diplomatica.
Il disegno di legge austriaco, però, non si limitava a questa fattispecie, in quanto, i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, come anche le vittime del regime nazista, anche in presenza di una rappresentanza diplomatica dell’Italia, avrebbero potuto scegliere a quale consolato rivolgersi.
I casi di necessità ipotizzati dalla norma erano l’arresto, un grave incidente, malattia o morte e le vittime di reati.