Il caso Assange ha creato diverse tensioni non solo a livello internazionale, ma anche nel Governo italiano.
Poche ore dopo l’annuncio dell’estradizione del capo di Wikileaks, che ha trascorso gli ultimi anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, il sottosegretario agli Interni Carlo Sibilia aveva annunciato di aver avviato tutte le verifiche del caso per estradare Assange in Italia.
Una mossa da cui il capo del Viminale Matteo Salvini aveva immediatamente preso le distanze. Come spiegano fonti della Lega, il ministro non ha intenzione di immischiarsi nel caso Assange, che tra l’latro non potrebbe essere estradato in Italia.
Inutile quindi prendere una posizione che rischia di risultare non solo controproducente, ma anche un vero e proprio vicolo cieco.
I 5 Stelle invece hanno prontamente espresso la loro solidarietà per Assange, primo tra tutti il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano.
“L’arresto di Assange, dopo 7 anni di ingiusta privazione di libertà, è una inquietante manifestazione di insofferenza verso chi promuove trasparenza e libertà come WikiLeaks. Amici britannici, il mondo vi guarda, l’Italia vi guarda. Libertà per Assange”, ha scritto Di Stefano.
A parlare in difesa di Assange anche Alessandro Di Battista. “C’è chi fa finta di difendere la libertà di stampa, ma in realtà difende soltanto editori senza scrupoli e osceni finanziamenti pubblici. Non sono giornalisti ma ‘sicari’ della libertà di informazione”.
“Volete sapere chi sono? Sono tutti coloro che non difenderanno un patriota dell’umanità come Assange. Il governo italiano ha il dovere di mettere in campo ogni iniziativa possibile a sostegno di Assange, altrimenti non ci sarà alcuna differenza con gli scendiletto degli Usa che ci hanno governato negli ultimi trent’anni”.
Del resto i 5 Stelle hanno sempre difeso il leader di Wikileaks, paladino di quella libertà di informazione che i pentastellati fin dalla loro fondazione hanno fatto loro.
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