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Il sindaco di Riace Domenico Lucano è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Il primo cittadino è ai domiciliari: al centro dell'indagine la gestione dei finanziamenti per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico

Di Marta Facchini
Pubblicato il 6 Ott. 2018 alle 20:25 Aggiornato il 8 Ott. 2018 alle 12:38

Il sindaco di Riace, Domenico Lucano, è agli arresti domiciliari dall’alba di martedì 2 ottobre 2018 con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona.

Lucano è anche accusato di aver organizzato un matrimonio “di comodo” tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Locri, si è concentrata sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace e utilizzati per l’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico.

Nell’ambito dell’operazione, denominata “Xenia”, è stato disposto anche il divieto di dimora per la compagna del sindaco, Tesfahun Lemlem, che risulta indagata per concorso nel reato di immigrazione clandestina.

Le accuse contro il sindaco di Riace

Domenico Lucano (chi è) era indagato dalla Procura di Locri per abuso d’ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche relative alla gestione del sistema di accoglienza.

Tra gli indagati, anche Fernando Antonio Capone, presidente dell’associazione “Città Futura-don Pino Puglisi”.

Negli atti che hanno portato al suo arresto, Lucano viene definito un sindaco “spregiudicato” che organizzava veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano.

Secondo gli inquirenti, il primo cittadino e la sua compagna avrebbero architettato degli “espedienti criminosi, tanto semplici quanto efficaci”, per aggirare le norme nazionali che regolano l’ingresso e la permanenza in Italia dei migranti.

Nello specifico, il sindaco è accusato di aver organizzato un matrimonio “di comodo” tra un’immigrata nigeriana e un cittadino italiano per permettere alla donna di ottenere la cittadinanza italiana.

“Particolarmente allarmanti”, si legge nei documenti delle indagini, si sono rivelate “non solo la lunga serie di irregolarità amministrative e di illeciti penalmente rilevanti che costellavano la realizzazione del progetto, ma anche e soprattutto l’estrema naturalezza con la quale Lucano e la sua compagna si risolvevano a trasgredire norme civili, amministrative e penali”.

La Procura di Locri contesta al sindaco anche l’affidamento diretto di appalti per la raccolta e il trasporto dei rifiuti di Riace alle cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone” senza aver prima indetto una gara d’appalto.

Le cooperative non erano iscritte nell’albo regionale come previsto dalla legge e non avevano quindi i requisiti richiesti per l’ottenimento del servizio pubblico.

Per aggirare il problema, il sindaco è accusato di aver istituito un albo comunale delle cooperative sociali a cui “poter affidare direttamente, secondo il sistema agevolato previsto dalle norme, lo svolgimento di servizi pubblici”.

In questo modo, Lucano avrebbe potuto decidere di affidare il servizio di raccolta rifiuti alla “Ecoriace” e alla “Aquilone”, dall’ottobre 2012 fino all’aprile 2016, senza bisogno di indire una gara d’appalto.

Le due cooperative hanno così ottenuto un ingiusto vantaggio patrimoniale che ammonterebbe a circa un milione di euro.

Mimmo Lucano e il suo modello di accoglienza

Mimmo Lucano è noto per il suo rivoluzionario modello di accoglienza dei migranti, che ha permesso al piccolo Comune calabrese di rinascere: il sindaco era stato anche inserito da Fortune nel 2016 tra i 50 uomini più influenti al mondo.

Proprio in difesa del suo progetto, minacciato dal taglio dei fondi destinati ai progetti di accoglienza, ad agosto del 2018 il primo cittadino aveva iniziato uno sciopero della fame. In occasione del Riaceinfestival, aveva detto: “Riace è un messaggio pericoloso perché dimostra che l’accoglienza è possibile”.

Nella sua battaglia per un sistema d’accoglienza diverso, ha spesso incontrato le ostilità del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, che lo aveva definito “uno zero”.

Dopo l’arresto del sindaco, Salvini ha commentato su Twitter: “Accidenti, chissà cosa diranno adesso Saviano e tutti i buonisti che vorrebbero riempire l’Italia di immigrati! Io vado avanti. #portichiusi #cuoriaperti”.

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