Armi italiane esportate e utilizzate per colpire i bambini in Yemen. È la denuncia che arriva dall’organizzazione Save the children, che oggi lancia una petizione online per fermare le esportazioni di armi e bombe prodotte in Italia e utilizzate dalla coalizione saudita in Yemen (qui più informazioni sul rapporto Save the children sui bambini che vivono nelle zone in conflitto nel mondo).
A produrre queste armi è, in particolare, la fabbrica RWM di Domusnovas, in Sardegna, che è parte del conglomerato industriale tedesco della Rheinmetall. La compagnia ha sede legale a Ghedi, Brescia, ma è in Sardegna che vengono prodotti sistemi antimine, munizioni e testate di medio, grosso calibro.
Queste armi sono poi vendute alla Coalizione Saudita e “utilizzate in Yemen per colpire la popolazione, case, villaggi, aree civili”, denuncia Save the children, organizzazione che si occupa di difendere i diritti dei minori nel mondo.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (art. 11 della Costituzione Italiana). Uccidere bambini in un conflitto è vietato dal diritto internazionale umanitario”, si legge nel comunicato stampa con cui viene lanciata l’iniziativa.
“La legge italiana sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento (legge 185/90) proibisce l’esportazione verso paesi che violano i diritti umani. Per proteggere i bambini in conflitto è quindi necessario e urgente fermare l’esportazione, la fornitura e il trasferimento di armi e altro materiale militare alle parti in conflitto dove c’è il rischio che queste vengano utilizzate in attacchi illegali contro i bambini. Rapporti, foto e reportage realizzati in Yemen documentano che alcuni resti delle bombe esplose in zone civili, su case e villaggi in cui erano presenti famiglie con bambini, recavano il codice A4447 che riconduce ad una fabbrica di armi in Sardegna”.
L’uso di armi italiane in Yemen era già stato oggetto di un’inchiesta del New York Times, pubblicata nel 2017.
“L’utilizzo di ordigni della serie MK da 500 a 2000 libbre di fabbricazione italiana da parte dell’aviazione saudita è confermato dal Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen, commissionato dall’Onu: dai documenti risulta l’impiego in due attacchi nel Settembre 2016 sulla capitale Sana’a di bombe inerti marchiate con il codice identificativo A4447, che contraddistingue i prodotti della RWM Italia“, scrive Save the children, che ricorda anche il caso dell’8 ottobre 2016 in cui alle 3 del mattino una bomba di fabbricazione italiana è stata sganciata su un’abitazione civile occupata da una donna incinta, 4 bambini e il marito (episodio documentato da Mwatana, Rete Disarmo e ECCHR).
“Chiediamo, quindi, che l’Italia fermi immediatamente l’esportazione di armamenti verso i paesi responsabili delle sei gravi violazioni dei diritti di minori in conflitto armato e che si faccia promotrice di un’iniziativa globale per fermare questo commercio sulla pelle dei bambini in Europa e nel mondo”, conclude l’organizzazione.
Qui il link per firmare la petizione.
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