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    “Chiudere i porti non interromperà la fuga dalla Libia”, l’intervista a MSF

    La nave Acquarius

    Il presidente di MSF Spagna, David Noguero, e il Project coordinator di MSF, Aloys Vimard, criticano la decisione dell'Italia di chiudere i porti alla nave Aquarius, che arriverà al porto di Valencia domenica 17 giugno

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 16 Giu. 2018 alle 20:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:40

    Domenica 17 giugno la nave Aquarius con a bordo 629 migranti arriverà nel porto di Valencia. Dopo 8 giorni di navigazione, l’imbarcazione della Ong Sos Mediterranee, alla quale domenica 10 giugno era stato impedito l’attracco in Italia, toccherà terra.

    Qui l’articolo che spiega come vedere la posizione della nave Aquarius in tempo reale.

    L’inviata di TPI.it Marta Vigneri si trova a Valencia per seguire l’arrivo della nave di Sos Mediterranee. Qui la diretta da Valencia.

    Marta Vigneri ha intervistato il presidente di MSF Spagna, David Noguero, e Aloys Vimard, Project coordinator di MSF sull’Aquarius.

    “Capiamo che I’Italia sta attraversando un momento difficile, ma MSF rispetta i mandati legali, e non ha fatto niente di sbagliato. Obbediamo alla legge e tutto quello che facciamo nel Mediterraneo è coordinato dalle autorità italiane. Il blocco è un fatto gravissimo perché cambia il modo in cui operiamo nel Mediterraneo, ed è un cambiamento che implica la perdita di vite umane”.

    “Definire MSF un’organizzazione simil mafiosa in combutta con trafficanti, come avviene da ormai un anno, non ha senso per qualsiasi persona che spenda 10 minuti a vedere quello che MSF fa” dichiara.

    “È un momento difficile, ma salvare vite per noi non è un fatto negoziabile. Non ci domandiamo se dare o no da mangiare ai bambini malnutriti in Africa centrale: la risposta è chiara”, continua Noguero.

    “La discussione riguarda invece cosa succederà dopo, e chiediamo al governo italiano di interrompere il blocco. Per MSF questo è un caso legale che viola i diritti umani e il diritto del mare”.

    “Speriamo che il paradigma cambi: non solo i leader europei devono essere capaci di realizzare un cambiamento, ma i cittadini devono fare un esercizio di empatia e cercare di mettersi nei panni di quelli che subiscono così tante torture da buttarsi nel mediterraneo. Nessuno lo farebbe a vuoto”.

    “Siamo grati al governo spagnolo per il supporto dato a MSF. Speriamo non sia solo simbolico e che il governo insista su questa linea, che Sanchez eserciti la sua leadership a livello europeo tra 10 giorni”, spiega il presidente di MSF Spagna.

    “Questo succederà anche se la popolazione insiste, perché in Spagna se il popolo si mobilita, le cose cambiano. Stiamo testimoniando un’ondata di solidarietà e sono sicuro che anche in Italia ci sono persone che riconoscono la necessità di soluzioni più umane al dramma nel Mediterraneo”.

    Aloys Vimard, il project coordinator di MSF sull’Aquarius, ha raccontato cosa vuol dire attraversare l’Africa per cercare di arrivare in Europa.

    “Dire che i porti sono chiusi non interromperà la fuga dalla Libia, perché è un posto troppo insicuro. Qui sulla nave abbiamo ascoltato racconti terrificanti, di donne violentate e uomini soggetti alle peggiori torture”.

    “Un migrante nigeriano di 34 anni ci ha raccontato di essere stato imprigionato in diversi centri in Libia, e costretto ai lavori forzati. Ogni giorno qualcuno lo andava a prendere per recarsi a lavorare in una casa”.

    “Ci ha detto che un giorno prima di lasciare il suo centro aveva visto una donna incinta in condizioni gravi stesa sul pavimento.Quando aveva cercato di vedere come stava e di farla alzare è stato colpito dalle guardie. Ci ha detto che quando è tornato dalla giornata di lavoro ha trovato la donna morta”.

    “Ascoltare queste storie spezza il cuore, e crediamo che aver lasciato queste persone così vulnerabili per più di otto giorni su una nave di ricerca e soccorso non adatta a una permanenza in mare superiore ai due giorni sia stato disumano e non necessario”, continua Vimard.

    “Eppure, è impressionante vedere come i passeggeri siano pacifici e resilienti. Stamattina le donne cantavano e pregavano perché dopo le onde di tre-quattro metri di ieri e arrivato il bel tempo. Quando vedono la terra ferma ci chiedono se è tutto finito, come oggi, quando abbiamo attraversato le isole Baleari. Noi rispondiamo loro di avere pazienza”.

    L’arrivo dell’Aquarius e previsto per le 11 della mattina. Sara la seconda a sbarcare dopo la nave Dattilo. L’ultima sarà la Orione: sono previsti intervalli di due ore tra uno sbarco e l’altro, e per questo si prevede che l’operazione duri minimo sei ore.

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