Domenica 10 giugno il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, non ha concesso l’autorizzazione alla nave Aquarius della flotta della Ong Medici Senza Frontiere di fare ingresso in un porto italiano.
Aquarius, che ha a bordo oltre 600 migranti, è l’unica nave di una ong al momento presente nel Mediterraneo.
A bordo si trovano 629 migranti, tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.
Le 629 persone a bordo dell’Aquarius sono state soccorse nella notte tra sabato e domenica, in sei diverse operazioni di salvataggio e trasferimento nell’arco di 9 ore, tutte sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana (MRCC).
Il soccorso di 2 gommoni è diventato critico quando uno dei due è collassato nel buio e oltre 40 persone sono finite in acqua, poi recuperate dal team di soccorso.
Dopo aver recuperato 229 persone da queste imbarcazioni, l’MRCC ha chiesto all’Aquarius di accettare il trasferimento di altre persone che erano state soccorse da navi della marina e della guardia costiera italiana il 9 giugno.
L’Aquarius ha ricevuto un trasferimento di 129 persone dalla nave della Guardia costiera italiana (CP 312), poi altre 64 da una seconda nave della Guardia costiera italiana (CP 319) e infine altri 88 sopravvissuti da una terza nave della Guardia costiera italiana (CP 267).
Più tardi la nave San Giusto ha aiutato i team dell’Aquarius ad effettuare l’ultimo trasferimento: 119 naufraghi trasferiti dalla nave mercantile italiana MV Jolly Vanadio a bordo dell’Aquarius.
L’MRCC italiano ha coordinato tutte queste azioni dal principio e ha assunto la responsabilità del soccorso di tutte queste persone.
Ma dopo aver trasferito le persone soccorse dalle navi delle autorità italiane sull’Aquarius, l’Italia he negato un porto sicuro alle persone soccorse e ha chiesto a Malta di occuparsi del soccorso.
Il governo de La Valletta ha immediatamente risposto sostenendo che “non è di sua competenza” e che ciò non sarebbe stato possibile.
Il recupero della nave Aquarius “è avvenuto nell’area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma. Malta non è l’autorità di coordinamento e non ha competenze su questo caso”. Lo ha affermato un portavoce del governo maltese, citato da Malta Today.
La Aquarius, prima rifiutata dall’Italia e poi da Malta, nella tarda mattinata di lunedì 11 giugno, è rimasta diverse ore a metà strada fra in due paesi.
Nel pomeriggio di lunedì il governo della Spagna si è offerto di accogliere la nave e i migranti nel porto di Valencia.
Alcuni esponenti del governo italiano hanno celebrato l’offerta della Spagna come una vittoria, ma nella tarda serata SOS Mediterranée ha fatto sapere che ritiene Valencia troppo lontana – per raggiungerla ci vorrebbero altri tre-quattro giorni di navigazione – e che le condizioni delle persone a bordo non sono adatte a un viaggio del genere.
Di conseguenza, ha invitato le autorità italiane a trovare una soluzione (cioè a rendere disponibile uno dei suoi porti).
Nella mattinata di martedì 12 giugno, si è deciso che una parte dei migranti a bordo della nave Aquarius saranno trasferiti in Spagna a bordo di due navi italiane. Lo ha annunciato su Twitter la ong Sos Mediterranee, a cui appartiene la nave, e la notizia è stata confermata dal ministro italiano delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (qui tutti gli aggiornamenti).
Il viaggio, che richiederà fra i tre e i quattro giorni, avverrà a bordo di tre imbarcazioni: sull’Aquarius resterà un centinaio di migranti.
La nave raggiungerà il porto di Valencia, dopo che il governo spagnolo, guidato dal socialista Pedro Sanchez, si è offerto di accogliere i migranti.
Il personale della nave aveva espresso forti preoccupazioni sulla sicurezza del viaggio verso il porto di Valencia.