Antonio Consalvo, 33 anni, originario di Pordenone, è stato arrestato in Sri Lanka alla fine di aprile 2018, dopo essere stato trovato in possesso di marijuana. Da allora si trova in un carcere di Colombo, la capitale del paese, in attesa di processo. Dieci mesi in cui non gli è stato concesso di conoscere il proprio destino.
“Antonio era partito circa un mese prima dell’arresto, viaggiava da solo. Era abituato a viaggiare, era stato anche in Thailandia”, racconta Lucia Catania, madre di Antonio, contattata telefonicamente da TPI.it.
La donna ha intenzione di raggiungere lo Sri Lanka e partirà lunedì 4 marzo. “Basta, c’è qualcosa che non va. L’ambasciata mi diceva: ‘tra un mese o due si fa il processo, un mese o due ed esce’, invece ancora non si muove nulla. Ora vado lì perché voglio capire”.
Lucia Catania non sa il giorno preciso in cui il figlio è stato arrestato. “Noi lo abbiamo saputo i primi di maggio”, dice. “Gli hanno fatto fare una telefonata, hanno comunicato col papà, che poi ci ha avvisato. A quel punto ho chiamato subito l’ambasciata. Nel giro di pochi giorni mi hanno detto che lo avevano trovato. Sono andati a trovarlo e hanno saputo che Antonio aveva già preso un avvocato del posto e che lui gli procurava da mangiare, perché in carcere non danno cibo ai detenuti”.
“L’ambasciata mi dava notizie di Antonio sempre tramite l’avvocato”, prosegue la madre di Antonio. “Sono passati due o tre mesi e lui non usciva. A ottobre avevo quasi fatto il biglietto e l’ambasciata mi ha scritto: ‘non faccia tutto quel viaggio, Antonio entro Natale è fuori’. Io ci ho creduto. Ma è passato Natale, è passato gennaio, non si muove niente. Non sanno perché non va avanti, non sanno niente. Antonio è stato abbandonato. Un processo rimandato continuamente, non si fa e non si sa perché”.
A trovare Antonio è andata anche una signora del posto che vive nel Regno Unito e ha saputo la notizia: per caso si trovava in vacanza in Sri Lanka e si è recata subito a trovarlo.
“Mi ha contattato e mi ha detto che gli ha portato da mangiare. Antonio le ha chiesto un cuscino e dei saponi antibatterici. Non sono riusciti a fargli avere il cuscino perché non lo fanno entrare in carcere. Fisicamente Antonio stava bene, però era molto preoccupato. Ha perso le speranze, pensa di non uscire più. La seconda volta che è andata a trovarlo lui piangeva”.
Fonti diplomatiche fanno sapere a TPI.it che le autorità sono in contatto con la madre di Antonio Consalvo dall’inizio della vicenda e hanno provveduto a recapitare in carcere i pacchi inviati dalla famiglia.
I funzionari dell’ambasciata hanno inoltre verificato a più riprese le condizioni di salute del giovane, escludendo situazioni di pericolo, disagio, insicurezza. Il caso è seguito con la massima attenzione e fino a ieri c’è stata una visita consolare.
Leggi l'articolo originale su TPI.it