“I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. Scendete perché avete rotto. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i c…”. È questo il messaggio, letto da una voce femminile attraverso gli altoparlanti a bordo, che hanno ascoltato i passeggeri del treno regionale 2653, partito da Milano e diretto a Cremona e Mantova, martedì 7 agosto.
Sono stati proprio i viaggiatori a raccontare l’episodio sui social e a informare Trenord, l’azienda che gestisce il convoglio. Avviata un’indagine interna, l’autrice del gesto stata identificata: è la capotreno e ora rischia sanzioni che possono arrivare fino al licenziamento. L’azienda ritene il gesto “grave e inqualificabile” e ringrazia “il cliente per la segnalazione”.
In un primo momento, Trenord aveva sollevato la possibilità di una manomissione. “Il dispositivo da cui si lanciano quel tipo di avvisi non è in cabina e, attraverso una manomissione, può essere accessibile anche ai passeggeri”, si legge in una nota ufficiale.
È stato Raffaele Ariano, ricercatore dell’Università Vita-Salute San Raffaele, a denunciare su Facebook l’accaduto. “A parte lo stupore per la solerzia con cui la gente si sta accodando a questa nuova Italia giallo/verde, vi chiedo: secondo voi si può fare qualcosa? Sono abbastanza convinto che questo comportamento sia sanzionabile. Il controllore di un treno, ad esempio, è un pubblico ufficiale”.
“Si tratta di un linguaggio offensivo e discriminatorio, inaccettabile sulla bocca di un pubblico ufficiale in servizio e nel contesto di una azienda di trasporti finanziata coi soldi dei contribuenti. Credo che Trenord dovrebbe dissociarsi e chiedere scusa pubblicamente per l’accaduto”, ha proseguito.
Al Corriere della Sera, Ariano ha escluso la possibilità che si tratti di un sabotaggio: “Non era una voce registrata, ma di una persona abituata a fare annunci. Una voce femminile che stava parlando proprio in quel momento e si capiva che era un messaggio improvvisato. La mia impressione è che non fosse un sabotaggio, anche perché sono rimasto sullo stesso convoglio per altri trenta minuti e non c’è stata alcuna smentita o scuse per quello che era stato detto”.
“Non sono riuscito a registrare l’audio perché il messaggio è stato troppo veloce. La prima parte conteneva informazioni di servizio, anche se sembrava un po’ strano il richiamo a non dare monete ai molestatori. Poi in chiusura di comunicazione la frase sugli zingari”, ha spiegato al quotidiano di via Solferino.
“La presenza di persone di etnia rom o stranieri che chiedono soldi, succede da sempre su quella tratta. Ma non c’è mai stata alcuna reazione, al massimo il controllore che si arrabbia perché non hanno il biglietto. E magari, se sono immigrati, usano un po’ più di durezza, ma mai una cosa del genere”.
Per la sua denuncia pubblica, Ariano è stato insultato su Facebook. “Perché non ti sei offerto di pagare il biglietto a chi non l’ha fatto?”, è stato il commento di un utente.
“Ora hai ottenuto la popolarità che volevi. Quando ti rapineranno ricordati il tuo post e ricordati che per colpa del tuo buonismo forse una persona perderà il posto di lavoro” e “Sei ridicolo”, hanno scritto altri due. “Radical chic del cazzo, portali a casa tua i reietti”, si legge in un messaggio.
“Propongo una medaglia per il capotreno” e “Ci manca ora la maglietta a favore degli zingari e dei molestatori sui treni”, hanno polemizzato altri commentatori.
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