Appena pochi giorni fa Angelo Izzo, uno dei “mostri del Circeo” assiema ad Andrea Ghira e Gianni Guido, aveva riferito per la prima volta ai magistrati di aver commesso un altro brutale omicidio nel 1975, un mese prima del massacro del Circeo.
Izzo, secondo quanto da lui stesso riferito, avrebbe ucciso Rossella Corazzin, una 17enne di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone. Della ragazza di persero le tracce il 21 agosto 1975, mentre si trovava in vacanza nei boschi di Tai di Cadore.
La sua scomparsa per decenni è rimasta avvolta nel mistero. Il padre morì alcuni anni dopo, la madre nel 2008: nessuno dei due visse abbastanza per scoprire la causa della sparizione della figlia.
Ora il mostro del Circeo ha aggiunto al suo racconto un altro particolare agghiacciante, che apre scenari macabri su possibili legami tra la sua banda e i responsabili dei delitti del mostro di Firenze.
Secondo quanto riferito da Izzo, infatti, al sequestro e all’omicidio di Rossella Corazzin avrebbe partecipato attivamente anche Francesco Narducci, un medico umbro che era entrato nelle indagini sul “secondo livello” dei delitti del mostro di Firenze.
Secondo i magistrati che indagarono sui delitti del mostro, infatti, Pietro Pacciani e i cosiddetti “compagni di merende” erano dei meri esecutori dei delitti: dietro di loro ci sarebbe stata la regia occulta di personaggi della borghesia toscana e umbra, tra cui appunto Francesco Narducci, un medico umbro morto nel 1985.
Questi ipotetici mandanti avrebbero commissionato gli omicidi per poi eseguire riti satanici con i resti delle vittime. Narducci morì poco dopo l’ultimo dei delitti del mostro: secondo alcuni fu ucciso per evitare che si costituisse.
La magistratura non è mai riuscita a stabilire con certezza se Narducci c’entrasse coi delitti del mostro, ma ora Angelo Izzo ha fatto emergere nuovi inquietanti particolari.
Secondo Izzo infatti, Narducci rapì l’allora 17enne Rossella Corazzin assieme a Gianni Guido, Andrea Ghira e altri due membri della banda. Il rapimento avvenne nella località di Tai di Cadore, in provincia di Belluno.
Sempre stando alla ricostruzione di Izzo, la Corazzin fu poi portata proprio nella casa di Narducci sul lago Trasimeno: lì fu violentata da 10 uomini e uccisa. Con i suoi resti venne inscenato un rito satanico, proprio quel tipo di rito che, secondo la procura che indagava sul mostro di Firenze, sarebbe stato praticato con i resti delle vittime del mostro.
La procura di Perugia ha riferito di aver archiviato l’inchiesta sulla scomparsa e l’uccisione di Rossella Corazzin perché le dichiarazioni di Izzo non hanno trovato riscontri oggettivi.
Tuttavia Francesco Saverio Pavone, il procuratore di Belluno a cui Izzo ha rilasciato queste dichiarazioni, ha affermato che un’ispezione nella villa di Narducci sul lago Trasimeno potrebbe stabilire la veridicità del racconto di Izzo.
Anche a distanza di molti anni, infatti, qualora il delitto si fosse davvero consumato in quel luogo, potrebbero essere rimaste tracce biologiche della vittima.
Izzo sta attualmente scontando due ergastoli nel carcere di Velletri.