Giovedì 30 novembre è iniziata a Roma la terza edizione del Forum Rome MED 2017 – Mediterranean Dialogues, cui partecipano esponenti governativi italiani e stranieri provenienti da circa 56 paesi.
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Nel corso della prima giornata della conferenza, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) e in programma fino al 2 dicembre, ha parlato anche il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano.
In un dibattito concentrato sulla sicurezza globale e le sfide europee nel contesto della crisi migratoria, Alfano ha detto che “il Mediterraneo è piccolo, ma al suo interno si giocano i destini del mondo”.
Il mar Mediterraneo copre “l’un per cento della superficie mondiale ma ospita il 20 per cento del traffico marittimo”. Una posizione di grande rilievo che pone il bacino “tra i punti cruciali per i destini del mondo”.
In questo contesto gioca un ruolo importante l’Italia, che di fronte alla crisi migratoria “non ha ceduto alla logica della paura, avendo sempre fiducia in un forte lavoro di collaborazione”.
Secondo il ministro degli Esteri, nei confronti delle migliaia di migranti che hanno attraversato il mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa l’Italia ha dimostrato di saper garantire “accoglienza e sicurezza.”
“Inorridiamo quando un barcone affonda nel Mediterraneo, e siamo addolorati quando vediamo le condizioni di alcuni centri di rifugiati. A coloro che hanno fatto lezioni dall’alto, diciamo di fornire aiuti concreti e immediati come stiamo facendo noi”, ha aggiunto Alfano.
Ma l’Italia non può riuscire a fare tutto da sola e non può “farsi carico dei flussi dell’intera regione del Mediterraneo centrale.” Il rischio è un abbassamento della guardia che potrebbe far salire il pericolo di infiltrazioni terroristiche.
In questo senso bisogna “agire presto e subito: il terrorismo, come fenomeno umano, ha un inizio e una fine.”
La soluzione avanzata da Alfano consiste nella costruzione di “un partenariato solido” tra i paesi che si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, “con un investimento strategico sui giovani” dei paesi del nord Africa.
“Il Mediterraneo può crescere o degenerare: sta a noi classe dirigente decidere che percorso seguire”, ha concluso Angelino Alfano.
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