Amal Alamuddin ha 36 anni, è nata a Beirut, in Libano, e parla fluentemente tre lingue: arabo francese e inglese.
Di professione fa l’avvocato e in passato ha servito le cause legali di Julian Assange, dell’ex primo ministro ucraino Yulia Timoshenko e ha lavorato con l’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan.
Eppure, non sono stati i casi vinti in tribunale come avvocato a farle guadagnare lo scorso weekend le prime pagine dei giornali di tutto il mondo, bensì un’altra vicenda: il suo matrimonio con l’attore americano George Clooney, a Venezia.
Amal Alamuddin si è laureata nel 2000 in giurisprudenza al St. Hugh College di Oxford. Subito dopo si è iscritta a una laurea specialistica alla New York University. Durante l’anno passato al college americano, ha avuto modo di lavorare per sei mesi nel secondo circuito della corte d’appello statunitense, negli uffici di Sonia Sotomayor – oggi uno dei nove giudici della Corte suprema americana.
A New York Amal è stata poi assunta dal colosso legale Sullivan & Cromwell. In funzione di avvocato penalista ha seguito numerosi casi, tra cui quello del collasso della Enron, una delle più grandi multinazionali statunitensi nel campo dell’energia, che porterà alla luce uno scandalo finanziario di enormi dimensioni.
Ma nel destino di Amal non ci sono soltanto gli interessi dei grandi business americani. Un seminario da lei condotto l’ha riportata a Londra, nello studio legale “Doughty Street Chambers”, specializzato in legge internazionale.
Geoffrey Robertson, il fondatore dello studio legale, ha trattato in prima persona casi di altissimo profilo: dai crimini di guerra in Sierra Leone al caso contro il dittatore cileno Augusto Pinochet, passando per le responsabilità del Vaticano circa gli abusi perpetrati dai preti pedofili. Qui Amal Alamuddin ebbe modo di imparare molto.
“Tutti nel mio studio concordavano sul fatto che era un avvocato eccezionale ed è per questo che l’abbiamo ammessa come membro del nostro team”, ha raccontato Robertson all’Espresso. Secondo lui, Amal ha “scelto la legge internazionale perché le offriva l’opportunità di lavorare per un mondo migliore”.
Da quel momento in poi Amal ha lavorato a casi di rilievo mondiale, dal processo al leader serbo Slobodan Milosevic fino a quello del primo ministro ucraino, Yulia Timoshenko.
Esperienze positive che hanno convinto anche Julian Assange, uno dei suoi clienti più famosi, a volerla come avvocato. Amal, infatti, ha fatto parte del team di legali che ha rappresentato gli interessi del fondatore di Wikileaks a margine della richiesta di estradizione presentata dalle autorità svedesi, e lo ha consigliato sulla strategia da intraprendere durante la permanenza nel Regno Unito.
È stato proprio Assange a spendere parole d’elogio per la donna: “È un piacere lavorare con Amal: il suo buon umore è sempre d’aiuto anche nelle situazioni più difficili”.
Nel 2013 Amal è stata nominata consigliere dell’ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, per il suo tentativo di mediazione durante la guerra civile siriana.
A proposito del loro matrimonio, George Clooney ha dichiarato che la loro unione rappresenta per lui un’opportunità di “ascesa sociale”.
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