Che cos’è l’Alzheimer | I sintomi dell’Alzheimer | Le fasi della malattia | La diagnosi
In Italia circa un milione di persone soffrono di demenza. Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza che si può verificare prevalentemente in età presenile, cioè dai 65 anni in poi.
Con demenza si intendo quelle condizioni che si verificano quando il cervello non funziona più nel modo corretto.
La malattia è caratterizzata principalmente dalla difficoltà di ricordare eventi recenti, il sintomo più comune ma non l’unico. Tra gli altri ci sono afasia, disorientamento, cambiamenti repentini di umore, depressione, incapacità di prendersi cura di sé, problemi nel comportamento.
A descrivere per la prima volta tale malattia, che prende il suo nome, è stato lo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer nel 1906.
Ad oggi non sono ancora chiare le cause della malattia. Secondo gli studi effettuati finora, la malattia è strettamente associata a placche amiloidi e ammassi neurofibrillari nel cervello.
Ad oggi non esistono trattamenti che ne impediscano il decorso. Il decorso della malattia è lento e in media i pazienti vivono fino a 8-10 anni dopo la diagnosi della malattia.
Nei pazienti affetti da demenza di Alzheimer avviene una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive.
I sintomi dell’Alzheimer
Secondo il sito Alzheimer’s Association, questi sono i sintomi comuni tra le persone che soffrono di Alzheimer:
• La perdita di memoria che sconvolge la vita quotidiana
• Sfide nella programmazione o nella soluzione dei problemi
• Difficoltà nel completare gli impegni famigliari a casa, al lavoro o nel tempo libero
• Confusione con tempi o luoghi
• Difficoltà a capire le immagini visive e i rapporti spaziali
• Nuovi problemi con le parole nel parlare o nello scrivere
• Non trovare le cose e perdere la capacità di ripercorrere i propri passi
• Ridotta o scarsa capacità di giudizio
• Ritiro dal lavoro o dalle attività sociali
• Cambiamenti di umore e di personalità
Le fasi della malattia
Il morbo di Alzheimer è una malattia che peggiora con il passare del tempo.
I ricercatori hanno individuato alcune fasi per descrivere il declino delle funzionalità a cui va incontro una persona affetta da tale malattia.
Si inizia da uno stadio in cui la malattia è ancora asintomatica, seguita da vuoti di memoria iniziali, e si può arrivare fino all’incapacità di interagire con l’ambiente, di sostenere una conversazione e controllare i propri movimenti.
In questa ultima fase si ha bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici
Ecco le singole fasi:
Fase 1: Nessuna disabilità (funzionalità normale)
Fase 2: Declino cognitivo molto lieve (è possibile che si tratti di normali cambiamenti legati all’età o dei primi segnali del morbo di Alzheimer)
Fase 3: Declino cognitivo lieve Un lieve declino cognitivo (il morbo di Alzheimer in fase precoce può essere diagnosticato con questi sintomi in alcune, ma non in tutte le persone)
Fase 4: Declino cognitivo moderato (morbo di Alzheimer lieve o in fase precoce)
Fase 5 : Declino cognitivo moderatamente grave (morbo di Alzheimer moderato o in stadio intermedio)
Fase 6 : Declino cognitivo grave (morbo di Alzheimer moderatamente grave o in fase media)
Fase 7: Declino cognitivo molto grave (morbo di Alzheimer grave o in fase avanzata)
La diagnosi
Fare una diagnosi certa del morbo di Alzheimer è possibile solo attraverso l’identificazione delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale, possibile solo con l’autopsia dopo la morte del paziente.
Questo significa, come spiega l’Istituto superiore di sanità, che durante il decorso della malattia si può fare solo una diagnosi di Alzheimer “possibile” o “probabile”, con alcuni test:
- esami clinici, come quello del sangue, delle urine o del liquido spinale
- test neuropsicologici per misurare la memoria, la capacità di risolvere problemi, il grado di attenzione, la capacità di contare e di dialogare
- Tac cerebrali per identificare ogni possibile segno di anormalità
- Questi esami permettono al medico di escludere altre possibili cause che portano a sintomi analoghi, come problemi di tiroide, reazioni avverse a farmaci, depressione, tumori cerebrali, ma anche malattie dei vasi sanguigni cerebrali.
Come in altre malattie neurodegenerative, la diagnosi precoce è fondamentale per due motivi: sia perché si possono iniziare terapie per trattare alcuni sintomi, e sia perché il paziente può ancora pianificare il suo futuro finché è in grado di prendere decisioni.
Franco Battiato e l’Alzheimer
Recentemente si è tornato a parlare di Alzheimer in merito a Franco Battiato.
Secondo le ultime indiscrezioni, il celebre artista siciliano – sparito dai riflettori da ormai otto mesi – sarebbe malato. Notizie che però finora non hanno avuto riscontri ufficiali.
Nessuna conferma né smentita da parte del suo entourage, anche se il messaggio pubblicato dai social network dall’autore Roberto Ferri, molto vicino a Battiato, ha fatto scattare l’allarme.
Le parole di Ferri, in una “ode” pubblicata su Facebook – poi rimossa, hanno infatti insospettito i fan del cantante che in queste ore si stanno chiedendo se Battiato sia affetto dal morbo di Alzheimer: “Ode all’Amico che fu e che non mi riconosce più”, l’incipit di un lungo testo didascalia di una immagine del cantautore.
Queste le parole (poi cancellate) di Ferri:
“PRIGIONIERI DELLE NOSTRE SOLITUDINI
Ti ho visto rincorrere le parole
e fuggire stranamente dalle note
tutte volavano insieme ma sole
a differenti e specifiche quote
Mentre la tua mente non si sa dove fosse
lungo antichi lidi o prati scoscesi
e di quando bambino davi qualche colpo di tosse
davanti al camino dai ceppi accesi
Ed hai viaggiato tra correnti gravitazionali
rincorrendo il senso dell’essenza
rifiutando la carne degli altri animali
perché dicevi che potevi vivere senza
Ci hai fatto ballare e pensare
ed anche ridere e giocare
condannando i malvagi ed il male
e questa Povera Patria che non vuol morire
Ti sei preso Cura di noi e noi te lo dobbiamo.
ed è per questo che un messaggio ti mandiamo
Ripetendoti la frase che ci insegnasti ahimè …
rimani tranquillo caro che noi avremo Cura di te …”.