Un mese trincerato nel suo silenzio. Perché? “Ho delle cose mie”. Risponde così Alessandro Di Battista a un giornalista del programma di Rai 3 Agorà che chiede spiegazioni per questa lunga assenza. “Ragazzi, vi chiedo di rispettare”, risponde lui lapidario.
L’ultima apparizione era stata il 12 febbraio scorso, a Di Martedì, quando, ospite del salotto di Giovanni Floris, in un moto di nervosismo, il pentastellato aveva “preteso” gli applausi dal pubblico. Quell’episodio aveva suscitato non poche polemiche, con tanto di scontro con Enrico Mentana sui social.
Il giornalista Max Brod di Agorà incalza il suo interlocutore, che, però, continua a negare l’intervista. Non parla lui o l’hanno messo in silenzio? “Ho detto che non parlo”, tronca di netto il pentastellato. Alle insistenti domande del giornalista, lui ribatte sempre la stessa cosa: “Ti ho chiesto di essere rispettoso”.
“Rispettatele, le persone. Oltretutto, quando ero parlamentare della Repubblica ho sempre risposto a tutti. Oggi sono un privato cittadino e decido se rispondere o meno, è nel mio diritto. Sono questioni mie, quindi ti ho detto che non parlo”.
Entra in macchina, sbatte la portiera e si chiude ancora nel silenzio, lasciando il mistero sull’improvvisa “ritirata”.
Il silenzio di Alessandro Di Battista è diventato ancora più assordante in occasione dell’evento del Movimento Cinque Stelle che si è tenuto al villaggio Rousseau a Milano, lo scorso 10 marzo. Secondo le indiscrezioni del quotidiano torinese La Stampa, Dibba si sentirebbe “scaricato” dall’amico Luigi Di Maio.
Alcune fonti a 5 Stelle presenti all’evento milanese hanno riferito che Alessandro Di Battista avrebbe accusato il fatto di non esser stato difeso da nessuno dopo le “ricadute negative delle sue uscite pubbliche”. Come pure nessuno ha “smentito gli articoli che parlavano dei ripensamenti dei vertici del M5s che consideravano controproducente la sua strategia d’assalto”.
“Anche Di Maio è rimasto gelido. Alessandro si è lamentato perché era stato chiaro, al suo ritorno dal Guatemala. ‘Se volete, vi do una mano contro Salvini e per le Europee, ma a modo mio e sui miei temi’”, hanno detto ancora i pentastellati.
Insomma Dibba, espressione “purista” del Movimento 5 Stelle – starebbe accusando i compromessi a cui Di Maio sarebbe sceso su temi caldi come Tap, legittima difesa e, soprattutto, caso Diciotti. Ad appesantire la situazione già grave c’è la mai risolta questione Tav. Pare proprio che il gap tra Di Battista e il leader del Movimento Di Maio continui ad allargarsi, irrimediabilmente.
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