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“Nudi, bagnati e al freddo: anche Salvini li avrebbe salvati”: parla l’albergatore di Crotone che ha soccorso 51 migranti

Raffaele Murgi è il proprietario del villaggio Miramare di Torre Melissa, che ha salvato i 51 migranti sbarcati nella notte nei pressi del suo villaggio. A TPI ha riportato il racconto di quelle ore, le sue emozioni e i suoi pensieri mentre salvava giovani, donne e bambini

Di Lara Tomasetta
Pubblicato il 11 Gen. 2019 alle 12:11 Aggiornato il 11 Gen. 2019 alle 12:21

“Vivo in un paesino affacciato sul mare, siamo 2.500 anime, spesso ci accusano e denigrano perché siamo nel profondo sud, ma qui c’è una grande umanità, c’è una cultura dell’ospitalità,c’è un sindaco che ci ha insegnato a prenderci cura di tutti, di chi ha bisogno, così come di qualunque ospite arrivi”.

Raffaele Murgi è il proprietario del villaggio Miramare, a Torre Melissa, in provincia di Crotone. La notte del 10 gennaio non la dimeticherà mai. È la notte in cui ha soccorso 51 migranti arrivati a bordo di una barca che è naufrata sugli scogli nei pressi del suo villaggio. A TPI ha riportato il racconto di quelle ore, le sue emozioni e i suoi pensieri mentre salvava giovani, donne e bambini.

“Abito nel mio villaggio turistico, verso le tre e mezzo di notte ho sentito molte grida, di solito succede che sulla spiaggia dei ragazzi fanno delle serate, ma la cosa mi ha insospettito perché piovigginava e non credevo possibile fossero voci di ragazzi”, inizia a spiegare.

Raffaele interrompe il racconto più volte: “non sono un eroe, non ho fatto nulla di eccezionale ma solo ciò che andava fatto e chiunque avrebbe fatto, la prego di non dare visibilità a me, ma alla solidarietà dei migranti e del nostro paese”, ripete più volte.

“La mia casa è a 200 metri dalla battigia, mi sono affacciato dal terrazzo e ho visto che spuntava l’albero della barca, ho capito subito che era successo qualcosa. Sono sceso, e quando mi sono reso conto che la barca continuava a sbattere sugli scogli, ho capito che c’era gente che aveva bisogno di aiuto”.

Poi cosa ha fatto?

Sono arrivato e li ho visto sulla spiaggia, bagnati, nudi. Lì ho cominciato a prestare soccorso per quello che potevo. Ho acceso la macchina e li ho fatti entrare per riscaldarsi, ho dato il mio giubbotto a un ragazzo che era completamente nudo e ho avvertito gli organi competenti.

Ho chiamato anche il sindaco del paese, una figura importante, il sindaco è arrivato subito, in 10 minuti. Erano le 4.15. Alle 4.30 sono arrivate le istituzioni.

Abbiamo cominciato l’opera di soccorso, ho aperto loro la struttura: man mano che arrivavano, ho acceso le stufe, ho dato loro qualche phon, asciugamano, coperte.

Fortunatamente un mio collaboratore, una persona di famiglia, parla bene in inglese e abbiamo potuto comunicare.

Nons si vedeva nulla al buio, all’inizio sembravano 20, poi si sono rivelati 50. Siamo andati avanti. Abbiamo fatto quello che era giusto fare.

Cosa provava in quei momenti?

Sentirlo e vederlo attraverso gli organi di informazioni rispetto a viverlo direttamente è una cosa completamente diversa. Una cosa che posso sottolineare è la grande solidarietà tra di loro: ho visto gente buttarsi nell’acqua gelata per salvare altri giovani che erano in difficoltà. Questa è una cosa importantissima. È gente che non ha niente, ma per aiutare il prossimo ha rischiato la vita. Non hanno esitato a dare aiuto agli altri. Il grande senso di solidarietà e vicinanza è una cosa che fa veramente riflettere.

Ci hanno detto che erano 7 giorni che erano in mare, che venivano dal kurdistan, dalla Turchia e da lì erano nel Mediterraneo. Poi gli organi dello stato hanno chiesto per gli scafisti, e li hanno trovati.

E’ stato bello che alla fine siamo riusciti a dare il nostro aiuto ed è servito a qualcosa, specie ai bambini. Ce n’era una di 2 mesi: è proprio da farti piangere il cuore.

Da cittadino come si sente?

Da cittadino mi pongo questa domanda: ho molto rispetto per il ministro Salvini, ma dice che dobbiamo chiudere i porti, ma come si fa a chiudere la porta a una persona che ha bisogno?

Non ho visto migranti, ho visto giovani che avevano bisogno e che comunque lottavano per la vita.

C’erano stati altri episodi?

Un’altra volta alcuni migranti erano sbarcati sula stessa fascia di spiaggia, ma non avevo assistito direttamente. Così cambia tutto. Penso che l’Europa, l’Italia e le nazioni avanti in termini di sviluppo, dovrebbero affrontarlo questo problema, ma in modo radicale. Non abbiamo a che fare con gente che viene qui per sfruttare uno Stato che non è il suo.

Vengono qui perché ne hanno bisogno, perché sono stremati dalle guerre. Io non posso immaginare che un padre e una madre, stremati dalle guerre, si fanno sette giorni di mare per venire a fregare noi. E’ assurdo. Sono giovani che possono dare un grande contributo nelle nazioni come le nostre, dove le nascite sono zero.

Buttarsi in acqua a zero gradi e recuperare chi è difficoltà è tutta un’altra cosa.

Cosa pensava prima di questo episodio, leggendo i giornali, o sentendo le notizie in tv?

Certe volte ti fai un concetto e poi ti ricredi. Certo, tra chi arriva ci sono anche mele marce, è tanta gente che ha bisogno. Seguire la politica è una cosa totalmente diversa. Penso che se anche il ministro Salvini si fosse trovato in questa situazione si sarebbe prodigato, non si sarebbe tirato indietro. Non puoi non farlo.

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