A Torino due ragazze hanno rischiato di essere violentate in strada, hanno chiamato il 112 per richiedere un intervento ma non hanno ricevuto nessun aiuto.
Le due donne, di 43 e 44 anni, una residente a Cuneo e l’altra nel capoluogo piemontese, sabato 4 agosto stavano tornando alle loro automobili intorno alle due di notte. In via San Massimo, in pieno centro, sono state avvicinate da uno sconosciuto, che nella denuncia di aggressione sporta alle forze dell’ordine è descritto come un uomo di colore, che si è spogliato e ha cercato di afferrare una di loro per la testa.
La ragazza ha reagito mentre l’amica ha chiamato il numero unico 112 ma al telefono è iniziata una lunga conversazione per capire dove si trovavano le due ragazze. Dall’altro capo della cornetta, l’operatrice non ha accelerato la procedura ma ha continuato a porre domande seguendo la prassi e la tempistiche previste per chi chiama il numero unico di emergenza.
“Abbiamo rischiato di essere violentate, ma il 112 non ha inviato nessuno. L’operatrice ci faceva solo domande inutili”, hanno ricordato le due ragazze.
Secondo quanto raccontato ai carabinieri, la telefonata non è mai arrivata alle forze dell’ordine.
“Abbiamo riascoltato la telefonata e la richiesta di aiuto era lacunosa”, ha detto Danilo Bono, vicedirettore della sanità piemontese e creatore del 112 regionale. “Giusto fare domande, l’utente non è stata collaborativa. Alle centrali piemontesi del 112 arrivano 2 milioni di telefonate l’anno e il 50% sono inappropriate”.
I carabinieri stanno indagando.
Il numero unico di emergenza è stato spesso oggetto di critiche per i ritardi negli interventi, critiche che sono arrivate sul tavolo della procura dopo gli esposti dei sindacati, degli infermieri e dei vigili del fuoco. Un incendio in cui sono morti due bambini a Messina, avvenuto il 15 giugno, ha riaperto le polemiche.
Il numero unico di emergenza (Nue) è il numero per per gestire le chiamate di chi ha bisogno dell’ambulanza, dei vigili del fuoco o delle forze dell’ordine. La prima ad averlo istituito nel 2010, dopo una richiesta dell’Unione Europea, è stata la Lombardia. Nel 2015 è stata la volta di Roma, poi Liguria, Piemonte, Sicilia orientale, Trentino e Friuli.
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