Ethiopian Airlines ha annunciato di aver “sospeso” l’uso dei Boeing 737 MAX 8 dopo l’incidente di domenica del volo fra Addis Abeba e Nairobi che ha causato la morte di 157 persone (tra cui 8 italiani).
In un comunicato, la compagnia ha dichiarato di aver deciso, dopo il “tragico incidente”, di “lasciare a terra tutta la flotta dei Boeing 737 MAX 8 a partire da domenica stessa, 10 marzo” e “fino a nuovo ordine”.
“Anche se non sappiamo ancora la causa dell’incidente, abbiamo deciso di lasciare a terra questa flotta come misura di sicurezza extra”, ha spiegato Ethiopian Airlines, la maggior compagna aerea dell’Africa.
Secondo il sito di monitoraggio dei voli flightradar24 la compagnia di bandiera etiopica ha a disposizione quattro di questi aerei, senza contare quello precipitato domenica.
La compagnia aerea ha annunciato la decisione dopo che la Civil Aviation Administration of China (CAAC) ha ordinato a tutte le compagnie aeree cinesi di sospendere l’uso del Boeing 737 MAX 8 dopo l’incidente del volo Ethiopian Airlines.
Emergono dubbi, quindi, sulla sicurezza del Boeing 737 MAX 8. Quello avvenuto ieri, domenica 10 marzo, è il secondo incidente nel giro di pochi mesi: un altro aereo identico, in dotazione alla Lion Air, è precipitato a ottobre nel mare di Giava dodici minuti dopo il decollo da Jakarta, uccidendo 189 persone.
In quel caso, secondo quanto emerso dalle registrazioni della scatola nera dell’aereo l’incidente è stato causato a una serie di guasti nel sistema automatico: qualcosa che si era stato ripetuto negli ultimi quattro voli e che la società affermava di aver risolto.
La Boeing, dopo la tragedia in Etiopia, ha comunicato che parteciperà alle indagini sul disastro aereo che ha causato 157 morti ad Addis Abeba: la commissione di inchiesta sarà formata inoltre da membri della compagnia etiope e da rappresentanti dell’Aviazione civile e del ministero dei Trasporti.
Le cause dell’incidente del Boeing 737 Max 8 in Etiopia
Anche se è ancora presto per avere un quadro chiaro delle cause dell’incidente, emergono i primi dettagli sulle possibili motivazioni del disastro: dopo il decollo da Addis Abeba, il Boeing 737 della Ethiopian Airlines precipitato aveva “una velocità verticale instabile”: lo ha riferito il sito Flightradar24.
Nel mirino quindi la velocità ascensionale dell’aereo che indica quanta quota si guadagna in fase di cabrata. In attesa di conoscere le cause dello schianto, questa informazione sembra intanto confermare che l’aereo avesse dei problemi.
L’uso del Boeing 737 Max 8 sui voli “italiani”
In Italia il Boeing 737 Max 8 non è molto diffuso. Attualmente l’unica compagnia aerea che utilizza questo tipo di veivolo è Air Italy, azienda nata dalla fusione tra la Meridiana e la Qatar Airways. Sono 3 i velivoli in dotazione, modelli in tutto e per tutto identici a quello diretto a Nairobi che si è schiantato ieri vicino ad Addis Abeba.
Dalla stagione estiva 2018 sono state avviate diverse rotte nazionali: Napoli, Lamezia Terme, Roma Fiumicino, Palermo e Catania, con l’obiettivo di alimentare le rotte a lungo raggio aperte a partire da giugno 2018, quali New York e Miami, grazie all’ingresso proprio dei nuovi aeromobili Boeing 737 MAX (all’epoca 20), entrati in flotta insieme agli Airbus A330-200 in leasing da Qatar Airways.
Questi aerei, dall’inizio dell’anno, sono in “sostituzione”: al loro posto, entro la fine del 2019, entreranno in flotta 30 Boeing 787 Dreamliner.
I due Boeing 737 Max 8 caduti
Lunedì 29 ottobre 2018. Un Boeing 737 MAX 8 della compagnia aerea indonesiana Lion Air è precipitato in mare poco dopo il decollo dall’Aeroporto di Giacarta da una quota di 5mila piedi. Il disastro ha causato la morte di tutte e 189 le persone a bordo. È stato il primo incidente di un 737 MAX ed il peggiore a coinvolgere il Boeing 737.
Domenica 10 marzo 2019. Un Boeing 737 MAX 8 della compagnia Ethiopian Airlines è precipitato alla periferia della capitale etiope. L’aereo stava operando il volo ET302 che collega Addis Abeba alla capitale kenyota Nairobi e l’incidente sarebbe avvenuto alle ore 8:44 locali, appena 6 minuti dopo il decollo dell’aeromobile.