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Accoglie Caio Mussolini con il saluto romano: il sindaco di Vibo Valentia nella bufera

Maria Limardo, Credit: YouTube
Di Maria Elena Gottarelli
Pubblicato il 20 Apr. 2019 alle 19:30

È successo venerdì 19 aprile a Vibo Valentia, durante un’iniziativa pubblica di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni: Maria Limardo, la candidata sindaco della città, ha alzato il braccio teso nel saluto romano per accogliere il pronipote del duce, Caio Giulio Cesare Mussolini, candidato con FdI alle europee del 26 maggio.

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Un gesto che non è certo passato inosservato e che Maria Limardo avrebbe ripetuto mentre Caio Mussolini presentava al pubblico il suo programma politico. Senza mostrare ripensamenti, il candidato sindaco ha poi argomentato: “È nota la mia appartenenza politica, mia nonna è stata segretaria del Fascio”.

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Evidentemente, di fronte al pronipote del duce, Maria Limardo ha sentito di “giocare in casa”, per quanto Caio Mussolini, pur senza rinnegare né distaccarsi apertamente dalle azioni del duce, abbia più volte ripetuto “il cognome che porto mi è stato assegnato”. Il candidato sindaco, dal canto suo, ha invece rivendicato con orgoglio la “tradizione di famiglia”.

Precedentemente consigliere comunale di An, successivamente passata a Futuro e Libertà e poi candidata alla Regione con il Pdl (2010), Maria Limardo ha oggi integrato una coalizione che tiene insieme tutta la destra italiana, da Forza Italia alla Lega, passando per Fratelli d’Italia.

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Di fronte alle invettive del Pd, in particolare del consigliere regionale Michele Mirabello, la Limardo ha risposto: “È solo un gesto goliardico”.

Ma nella giornata di sabato anche gli esponenti del M5s si sono scagliati contro il sindaco: “Chiediamo come faccia a non arrossire per la vergogna la candidata a sindaco per il Comune di Vibo Valentia, Maria Limardo, nel salutare col braccio alzato, il fascistissimo saluto romano, il pronipote del duce Benito Mussolini, Caio”, ha affermato il deputato M5s Riccardo Tucci.

Il parlamentare ha poi rincarato: “Ci chiediamo come possa, la stessa, derubricare a semplice gesto goliardico un atto così grave, giustificandolo con la sua appartenenza e storia politica e col fatto di aver avuto una familiare ‘segretaria del Fascio'”. Ci chiediamo come possa la candidata a primo cittadino di Vibo sorvolare allegramente e stolidamente sul periodo più nero della storia d’Italia, lo stesso che ci consegnò, tra una iattura e l’altra, una tragica guerra e le leggi razziali”.

“Confidiamo nell’intelligenza e nella capacità di discernimento dei vibonesi – prosegue Tucci – e vogliamo sperare si rendano conto del grave rischio che si corre affidandosi ciecamente a certi schieramenti e ne traggano le dovute conseguenze. Certi atteggiamenti rappresentano il vecchiume politico del ‘900”.

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