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    La guardia costiera libica ha riportato sulle sue coste 7 gommoni con 820 migranti

    I migranti arrivano in una base navale a Tripoli, dopo essere stati soccorsi nel Mediterraneo. Afp photo / Mahmud Turkia

    La prima segnalazione di emergenza era stata effettuata dalla guardia costiera italiana, che ha avvistato i gommoni e ha avvisato i colleghi libici affinché potessero intervenire e riportare in patria i migranti

    Di Gianluigi Spinaci
    Pubblicato il 25 Giu. 2018 alle 14:35 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 09:17

    Il 24 giugno 2018, 820 migranti che si trovavano nel Mar Mediterraneo su sette gommoni sono stati riportati in Libia dalla guardia costiera di Tripoli.

    Ad effettuare la prima segnalazione di emergenza era stata la guardia costiera italiana, che ha avvistato i gommoni e ha avvisato i colleghi libici affinché potessero intervenire e riportare in patria i migranti.

    Da fonti della guardia costiera italiana si è appreso che a tutte le imbarcazioni che transitavano nella zona è stata data la stessa indicazione: visto che le navi cariche di immigrati si trovavano in quel momento in acque di ricerca e soccorso della Libia, si sarebbero dovute rivolgere alla Guardia costiera libica.

    L’annuncio dell’operazione è stato dato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha twittato un messaggio sul suo account.

    “Altri 1.000 immigrati sui gommoni? Giusto che intervengano Autorità Libiche, come stanno ben facendo da giorni, senza che le navi di Ong si intromettano e disturbino. Sappiano questi “signori”, finanziati da Soros e compagnia bella, che i porti italiani sono e saranno chiusi”, ha scritto Salvini.


    La vicenda ha scatenato l’ira delle Ong, oltre che la preoccupazione riguardo al trattamento che potrebbero subire i migranti respinti, una volta tornati in Libia.

    La città di Barcellona, tramite la propria sindaca ha offerto un porto sicuro ai migranti: “L’Italia”, ha detto Ada Colao, “pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone”.

    La Ong spagnola Proactiva Open Arms, la cui nave si trovava a 65 miglia dai gommoni in difficoltà, ha twittato: “Alle 12:40 abbiamo comunicato con MRCC Roma, rispondendo alle sue 7 chiamate generali X Inmarsat a tutte le navi per il salvataggio in acque internazionali di 1000 persone alla deriva. Risposta: “Non abbiamo bisogno del vostro aiuto”.

    “Circa 1.000 persone alla deriva. MRCC Roma lancia un avviso a tutte le imbarcazioni della zona e quando chiediamo istruzioni, ci rispondono: ‘Non siete necessari’. Se non vogliono barche che vadano in soccorso, cosa vogliono?”, ha continuato la Ong.

    Salvini, dal canto suo, ha risposto con un altro tweet nel quale ringraziava i libici “di cuore, da ministro e da papà” per aver soccorso gli immigrati, “rendendo vano il ‘lavoro’ degli scafisti ed evitando interventi scorretti” delle navi delle “voraci Ong”.

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