Domenica 4 marzo si terranno le elezioni in Italia. I cittadini saranno chiamati a rinnovare il parlamento. Contemporaneamente, si voterà alle regionali nel Lazio e in Lombardia.
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Ma cosa succede nel mondo oltre le elezioni?
Cerimonia di consegna dei premi Oscar
La 90esima edizione della cerimonia degli Oscar si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 4 marzo 2018, alle ore 17:00. A presentarla sarà Jimmy Kimmel, già conduttore della precedente edizione.
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Nella cerimonia, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, che riunisce circa ottomila professionisti del settore, registi, attori, direttori della fotografia e costumisti, assegnerà i premi divisi in 24 categorie.
Il film che ha ricevuto il maggior numero di candidature è stato La forma dell’acqua – The Shape of Water, con tredici totali, seguito da Dunkirk, con 8 nomination, Tre manifesti a Ebbing, Missouri con sette e The Post con due.
Tra i candidati a miglior film vi è anche Chiamami col tuo nome, dell’italiano Luca Guadagnino.
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Referendum in Svizzera sulla televisione pubblica
Il 4 marzo i cittadini svizzeri saranno chiamati a esprimersi sulla volontà o meno di mantenere la Ssr, la Società Svizzera di Radiotelevisione, l’equivalente della Rai.
Nel 2015 erano state raccolte 141mila firme per indire il referendum.
Florian Maier, co-presidente del Comitato d’iniziativa referendaria, ha incentrato la campagna sulla contestazione del canone obbligatorio, che in Svizzera ammonta a circa 400 euro annui.
Tutti i partiti si sono schierati contro il referendum, ma nonostante questo, si teme che l’elettorato vada in direzione opposta. Attualmente sono seimila i collaboratori della Ssr. Se il referendum passasse, si creerebbe un vuoto mediatico senza precedenti.
Dal 2019 chiuderebbero tutti i programmi, i dipendenti rimarrebbero disoccupati e le frequenze verrebbero messe all’asta, e anche le emittenti locali, che usufruiscono del 6 per cento del canone, sarebbero danneggiate.
Referendum Spd in Germania
Il 20 febbraio è iniziato un referendum tra i 450mila iscritti al partito socialdemocratico tedesco per esprimersi sulla cosiddetta Grosse Koalition, l’accordo per un governo di larghe intese insieme all’unione cristiano-democratica (Cdu), il partito della cancelliera Angela Merkel. Il 4 marzo sarà reso noto il risultato.
L’accordo tra Cdu e Spd era stato raggiunto dopo mesi di stallo ed estenuanti trattative tra i leader dei due principali partiti tedeschi, ed era stato presentato alla base del partito socialista durante alcune conferenze, e deve ora essere approvato attraverso il referendum.
I 450mila membri del partito hanno ricevuto per posta la scheda riportante il seguente quesito: “Il Sozialdemokratische Partei Deutschlands deve chiudere l’accordo negoziato con CDU e CSU? Sì o no”.
Alla risposta andrà accompagnata anche una dichiarazione giurata, e le operazioni di voto, che dureranno fino alle ore 24 del 2 marzo, costeranno al partito circa 1,5 milioni di euro.
Lo spoglio avverrà a partire dalla notte tra il 2 e il 3 marzo nella Willy-Brandt-Haus a Berlino, sede della SPD, e impiegherà 120 volontari e speciali macchinari che possono aprire fino a ventimila buste all’ora.
Nonostante i vertici di partito si siano detti fiduciosi dopo l’incontro con la base, il referendum arriva in un momento delicatissimo per l’equilibrio del partito.
La SPD ha in questo momento meno del 17 per cento delle preferenze per via di una picchiata nei consensi che la porta ad essere superata dall’AfD, partito di estrema destra populista, e l’esito delle votazioni è tutt’altro che scontato.
Se dovesse prevalere il no, i cittadini tedeschi potrebbero dover tornare alle urne, con un concreto rischio per il partito social-democratico veder di sparire ogni aspirazione di governo.
Ci si aspetta quindi un testa a testa. Diversi elettori hanno già contestato la forma delle lettere, ritenuta troppo faziosa, cui sono allegate 2 pagine e mezzo di spiegazione dell’accordo che a quanto lamentano presentano solo i vantaggi (e non anche gli svantaggi) della proposta.
Moltissimi esponenti del partito hanno inoltre aderito alla campagna #NoGroKo (no alla grande coalizione), supportata da centinaia di persone e lanciata da Kevin Kühnert, leader dei Jusos, la sezione giovanile della SPD.
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