Nonostante la riapertura di molte attività, la Lombardia continua ad essere attanagliata dal dramma del Coronavirus e piuttosto distante dalla cosiddetta “nuova normalità”. In particolare al Pio Albergo Trivulzio, dove si sono riscontrati numerosi decessi, il clima rimane teso. Il Comitato Verità e Giustizia per le vittime del Trivulzio chiede che la direzione consenta ai parenti di far visita agli degenti, con le dovute precauzioni, ma sul punto non si riesce a trovare un accordo: “Da troppo tempo, ormai, gli anziani soffrono senza nemmeno il conforto degli sguardi e dei sorrisi dei loro familiari”, dice il portavoce Alessandro Azzoni.
“Per questo motivo, come Comitato, abbiamo chiesto alla direzione del Pio Albergo Trivulzio di approntare misure di sicurezza per consentire agli ospiti di vedere i propri parenti almeno attraverso un vetro, come avviene nelle RSA e negli ospedali di tutto il mondo. Dopo le traumatiche vicende di questi mesi, al di là della presenza del personale sanitario che si è prodigato assistendoli e curandoli, tutti gli anziani sono traumatizzati e disorientati. Combattere la loro solitudine dovrebbe essere un dovere e una preoccupazione primaria da parte di una Residenza Sanitaria Assistenziale, che ha il compito di assicurare il benessere fisico e psicologico dei degenti. È risaputo che il contatto visivo con un volto familiare facilita la ripresa e la volontà di sopravvivenza di ogni paziente. La risposta negativa del PAT, dietro la freddezza del linguaggio burocratico, esprime disinteresse e insensibilità: una mancanza di ‘pietas’, che non riusciamo ad accettare. Le dimensioni e la divisione degli spazi esterni della Baggina, oltretutto, consentirebbero agevolmente di organizzare questi incontri, con un contatto visivo protetto. Da una parte si parla di fine dell’emergenza per liquidare quanto avvenuto, e dall’altra si invoca la necessità di rispettare tutti gli obblighi di chiusura legati alla pandemia. Un corto circuito che costringe tutti, parenti e anziani, a prolungare il grave stato di disagio e di dolorosa mancanza del legame affettivo”.
Altrettanto teso è il clima in Regione Lombardia dove nella giornata di ieri la maggioranza ha fatto nuovamente saltare l’elezione del presidente della commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. Come già avvenuto la scorsa settimana, il centrodestra ha respinto la candidatura delle opposizioni, che per tradizione dovrebbero avere diritto di scelta sulla guida degli organi ispettivi: “A fronte dell’indicazione del nome di Jacopo Scandella come proposta delle minoranze, la maggioranza ha preferito ritardare ancora l’avvio dei lavori della commissione facendo mancare il quorum necessario per l’elezione del presidente”, affermano in una nota congiunta PD e M5S.
“Martedì prossimo, quando la Commissione verrà riconvocata, ci attendiamo che la questione possa risolversi e si possa finalmente cominciare a lavorare.”
Il Consigliere Regionale del PD Pietro Bussolati giovedì 21 maggio presenta il suo libro “Giù la maschera: perché la Lombardia è stata messa in ginocchio dal Coronavirus” (Laurana Editore). La conferenza stampa è organizzata alle ore 12.00 a Palazzo Pirelli, con la presenza del segretario regionale del Partito Democratico Vinicio Peluffo e della segretaria metropolitana milanese Silvia Roggiani presenterà il suo libro “Giù la maschera: perché la Lombardia è stata messa in ginocchio dal Coronavirus” (Laurana Editore). Venerdì 22 maggio alle 17.00, in diretta Facebook, vi sarà una seconda presentazione con la partecipazione dell’eurodeputato PD Pierfrancesco Majorino, autore della prefazione.