Vergani dona 25.000 fette di panettone ai milanesi costretti a mettersi in coda alla mensa dei poveri
A Milano il panettone rappresenta una tradizione natalizia profondamente radicata, la cui origine si lega a numerose leggende. La più accreditata ne fa risalire la nascita al XV secolo, durante l’era di Ludovico il Moro. Si narra infatti che l’allora signore di Milano si apprestasse al pranzo di Natale quando un errore da parte del cuoco fece bruciare il dolce preparato per l’occasione. Un assistente di nome Toni, a quel punto, per recuperare la situazione avrebbe preso del lievito avanzato e lo avrebbe infarcito con farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, improvvisando così una ricetta che però conquistò il favore del potente esponente della famiglia Sforza. Seppur nato casualmente, quindi, il “pan del Toni” sarebbe diventato protagonista assoluto del Natale, con il nome di “panettone” col quale lo conosciamo oggi.
Ma quello che ci si appresta a vivere a Milano non sarà un Natale come tutti gli altri. Al termine di un anno tragicamente segnato dalla pandemia di Covid-19, nella zona più colpita dal Coronavirus bisogna fare i conti con il lutto di tante famiglie e anche con la crisi economica che sta riguardando anche chi non aveva mai avuto problemi del genere. Le immagini delle lunghe code di persone in attesa di entrare al Pane Quotidiano, la onlus meneghina che fornisce pasti gratuiti ai cittadini in difficoltà, nei giorni scorsi hanno suscitato una forte reazione emotiva.
Anche la famiglia Vergani, che da 76 anni produce il panettone che porta il suo nome, si è detta “profondamente colpita” da tali scene. Per questo i proprietari dell’ultima “fabbrica” di panettoni attiva in città, hanno deciso di donare oltre 25.000 fette di panettone per consentire anche a chi vive in grave stato di indigenza ed emarginazione di celebrare il Natale.
Per facilitare la distribuzione, e soprattutto nel rispetto delle norme anti-Covid che limitano fortemente la gestione di mense e ristorazione collettiva, Vergani ha preparato dei vassoi già confezionati, con sei fette di panettone ciascuno. Ventimila di queste fette andranno proprio al Pane Quotidiano, mentre le rimanenti saranno distribuite tra la mensa dei poveri dell’Opera San Francesco (2.500), il Refettorio Ambrosiano (1.250) e Ruben, il ristorante solidale della Fondazione Ernesto Pellegrini Onlus (1.250).
I cugini Stefano e Lorella Vergani, amministratori dell’azienda di famiglia, commentano: “Il panettone non è solo il simbolo del Natale. E’ anche il dolce della condivisione: mai come quest’anno pensiamo che chi può debba aiutare chi non può, chi non ce la fa… La pandemia ha purtroppo creato migliaia di nuovi poveri, lo vediamo ogni giorno in tv e sui giornali. Una fetta di panettone è un modo per dire a queste persone che non sono sole nel giorno di Natale. Con Ruben e con Pane Quotidiano abbiamo collaborato anche in passato, vogliamo essere vicini alle realtà di volontariato e solidarietà che operano nella città in cui sono nati il panettone e la nostra azienda.”