“Sanità, istruzione, cultura: rivogliamo tutto”: la scritta comparsa su uno degli striscioni appesi dagli manifestanti riuniti al Teatro Grassi di Milano sintetizza bene lo stato d’animo di una città che anela il ritorno alla normalità.
Dopo le numerose iniziative di protesta contro la didattica a distanza, nella mattina di sabato 27 marzo due iniziative hanno messo in luce altrettanti punti critici. Nella centralissima sede di via Rovello, a due passi dal Duomo, una cinquantina di esponenti del coordinamento spettacolo della Lombardia e studenti ha occupato il cortile del Teatro Grassi come forma di protesta per il lungo stop imposto dalla pandemia di Covid-19 ai luoghi di cultura. La data scelta non è casuale: il 27 marzo è la Giornata mondiale del Teatro, uno degli ambiti più fortemente penalizzati dalla crisi sanitaria.
Resta tuttavia centrale la questione sanitaria, dopo le (ennesime) polemiche degli scorsi giorni sull’operato di Regione Lombardia. Sul cavalcavia Bussa, in zona Garibaldi, è stato esposto uno striscione con l’invocazione “Commissariate la sanità Lombarda”. L’iniziativa è stata organizzata da Milano in Comune, il cui candidato sindaco Gabriele Mariani commenta: “La situazione in Lombardia è fuori controllo. E’ il momento che il governo intervenga per salvare la campagna vaccinale e mettere al sicuro chi vive in questa regione”.
“Serve anche un intervento capillare di prevenzione sul territorio e molti sindaci stanno già intervenendo direttamente. Aspettiamo quello di Milano”, aggiunge, riaccendo la polemica nei confronti di Beppe Sala, a conferma di una strategia di campagna già piuttosto evidente da qualche tempo.
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