“È incredibile la sfrontatezza della Lega che si dice ‘tranquilla’. Sono i lombardi a non essere tranquilli, perché vedono le istituzioni regionali occupate in tutti gli anfratti da persone indicate soltanto per la fedeltà alla Lega e al suo capo”. Così Vinicio Peluffo, segretario del PD lombardo, commenta per TPI gli sviluppi del caso Lombardia Film Commission, con quattro arresti.
Destinatari delle misure cautelari sono Michele Scillieri, Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni, commercialisti ritenuti vicini alla Lega, e Fabio Barbarossa, cognato di Scillieri. Tutti ai domiciliari con l’accusa di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. La vicenda è relativa alla compravendita di un capannone a Cormano, nell’hinterland milanese, a un prezzo considerato fuori mercato. Fatti risalenti al 2017 e per i quali lo scorso luglio era già stato fermato Luca Sostegni, considerato il braccio destro di Scillieri
Matteo Salvini ha commentato così l’arresto dei commercialisti: “Ne conosco due su tre, sono persone oneste. Si risolverà nel nulla. Io stesso vado a processo e sarà un processo politico. Non sono preoccupato, finirà come tutte le altre vicende in cui cercano soldi dove non ci sono”, ha detto nel corso della sua visita in Campania per le elezioni regionali, sulle quali a suo avviso questa vicenda “non avrà alcuna ripercussione”.
“Non ho letto le carte – ha aggiunto Salvini – ma stanno cercando soldi in Russia, Svizzera, Lussemburgo e San Marino, ma non troveranno niente perché non c’è niente”.
Secondo il PD, invece, le cose stanno in maniera molto diversa. Peluffo continua parlando di “una gestione opaca della cosa pubblica dove l’appartenenza al partito scaccia il merito, gli interessi di parte sacrificano l’interesse pubblico e la mancata trasparenza allunga le ombre su cui indaga la magistratura. Le indagini fanno il loro corso, nel frattempo il Sistema-Lega in Lombardia segna un’altra tappa del suo inesorabile declino. È ora di cambiare”, conclude il segretario del PD, che per domani ha convocato l’assemblea regionale del partito a Nembro (BG), un luogo-simbolo della tragedia del Covid-19 che si è abbattuta sul territorio.
Altrettanto duro il commento di Franco Mirabelli, secondo il quale la vicenda “preoccupa e aggiunge interrogativi anche sulle scelte e il coinvolgimento della Regione Lombardia. Non solo! Dalle motivazioni della sentenza del GIP che evidenziano i rischi di reiterazione del reato è descritta l’esistenza di una volontà di riprodurre le stesse modalità per ottenere guadagni illeciti. Dai magistrati viene ipotizzata l’esistenza di un vero e proprio sistema che ruota attorno alla Lega. Di fronte a queste contestazioni, la Lega continua ad ignorare il dovere di chiarire ai cittadini cosa è successo e qual è il coinvolgimento proprio e di Regione Lombardia in queste vicende. Così come per la condanna a risarcire 49 milioni allo Stato e i rapporti poco trasparenti con la Russia, anche su questa storia la Lega preferisce far finta di niente, difendere se stessa e le persone coinvolte senza chiarire venendo meno ad un dovere di trasparenza che ogni forza politica dovrebbe rispettare, tanto più se vuole candidarsi alla guida del Paese”.
“Abbiamo invece capito da tempo che Salvini su questo non dirà nulla, al massimo continuerà ad usare queste vicende per fare la vittima e denunciare complotti della magistratura contro la Lega. Ma gli arresti di ieri avvicinano il momento in cui saranno costretti a rispondere. Nascondere i fatti, limitarsi a negare l’evidenza, non spiegare nulla su vicende come queste in cui sono stati usare i soldi per finalità diverse dall’interesse pubblico è gravissimo e conferma l’opacità dei finanziamenti, degli interessi e dei rapporti del partito di Salvini”, conclude il Senatore milanese del PD.
Leggi anche: Commercialisti della Lega arrestati, il gip: “Tra loro c’era un accordo collusivo provato”